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Chimico, Consulente scientifico ANDI
La presenza ubiquitaria della plastica frammentata in elementi sempre più minuti, noti come Microplastiche, è diventata un assillante problema di inquinamento ambientale al quale nessuna attività umana può sottrarsi. A livello di invertebrati marini, e in parte dei pesci, le perturbazioni organiche generate dalle Microplastiche sono ben documentate, mentre le evidenze degli effetti negativi sugli animali da esperimento sono inferiori e diventano nulle nell’uomo.
D’altra parte le Microplastiche sono potenzialmente tossiche per molti motivi che includono l’inalabilità, l’ingeribiltà, il rilascio di costituenti, talvolta tossici, e la loro capacità di assorbire, per poi rilasciare successivamente, sostanze organiche pericolose, come le diossine o metalli pesanti come Piombo e Cadmio.