Nella regione piemontese, grazie al lavoro di squadra tra CAO, ANDI e ASL, il programma vaccinale è partito in modo omogeneo, come confermato dal Presidente del Dipartimento subalpino, Paolo Battezzato.
Dottor Battezzato, come potrebbe descrivere lo scenario vaccini nella vostra Regione per il settore odontoiatrico?
Per quanto riguarda la campagna vaccinale, che è in corso, il Piemonte è partito in modo abbastanza uniforme sul territorio, anche se le modalità d’accesso sono state differenti e molto difficili da organizzare perché sono state decise da ogni Asl territoriale, che in base alle proprie esigenze organizzative ha adottato delle misure differenti.
A differenza di altre Regioni, non c’è stato da noi un portale su cui registrarsi ma abbiamo dovuto interagire direttamente con ogni azienda sanitaria. C’è stata un’ottima organizzazione tra Soci, Commissioni dell’Albo Odontoiatri ed ASL di competenza: è stato un lavoro corale che ha funzionato bene.
Un suo commento sulle misure di sicurezza e sui protocolli all’interno degli studi odontoiatrici. Come Odontoiatra privato cosa proporrebbe?
Quali modifiche attuerebbe?
Sin da maggio 2020, con la riapertura dal primo lockdown, il protocollo è stato applicato sulla totalità del territorio da tutti gli studi odontoiatrici. Inevitabilmente le norme di questo protocollo rallentano l’attività lavorativa e complicano le quotidianità, soprattutto riguardo l’utilizzo dei dispositivi DPI, che sono più stringenti rispetto a quello che è normalmente il nostro ambito. Lo stesso utilizzo delle mascherine FFP2 influisce abbastanza pesantemente sul nostro operato quotidiano.
Sono norme che naturalmente si sono dimostrate efficaci e nel momento in cui si potrà, in accordo su scala nazionale, si dovranno regolare con un downgrade: prima riusciremo a tornare alla normalità quotidiana e meglio sarà, ovviamente.
In che modo la pandemia COVID-19 ha avuto un impatto sulla capacità di fornire assistenza?
Purtroppo la pandemia ha sicuramente rallentato la capacità di fornire assistenza: parlo di complicazioni organizzative, appunto con protocolli più complicati e tempi di organizzazione del lavoro differenti. Ci sono diverse cose che hanno procrastinato i tempi lavorativi e allungato anche le attese dei pazienti, ma l’altra componente importante che mi sento di sottolineare è la capacità di spesa del paziente, che ovviamente si è trovato in condizioni economiche più difficili a causa di un’attività lavorativa ridotta: la capacità di spesa delle famiglie si è inevitabilmente abbassata ed anche in questa seconda fase più recente la nostra attività si è ripresa ma ne risente ancora molto. Non ultima, come complicazione aggiungerei il timore del contagio da parte dei pazienti, ma l’immagine degli studi odontoiatrici è quella di una struttura sul territorio in cui si ha sicuramente la maggiore sicurezza sul controllo della trasmissione del virus.