Una comunicazione social professionale è necessaria per chi si avvia oggi alla professione odontoiatrica

Il Dott. Maurizio Andreasi Bassi, Presidente ANDI Mantova, evidenzia come la pandemia abbia influito negativamente sul tema della prevenzione della salute orale, ma ricorda come una comunicazione web e social, fatta in modo professionale, sia necessaria per chi si avvia oggi alla professione odontoiatrica.

Sicuramente il periodo che stiamo vivendo ha influito in maniera negativa sulle cure odontoiatriche, con la diminuzione del numero dei pazienti negli studi e il conseguente calo dell’attenzione alla prevenzione, soprattutto da parte delle persone più anziane, che sono quelle più preoccupate, mentre tra i giovani sembra esserci più fiducia. Il Mese della Prevenzione è sempre stato pubblicizzato in maniera intensa e battente da parte di ANDI e di Mentadent, anche se nel corso degli anni le affluenze dei pazienti presso gli studi potevano essere ottimizzate, rispetto agli sforzi fatti. Probabilmente, anche se le persone percepiscono il messaggio, più raramente fanno poi seguire la visita dal dentista. Questa è quindi la sfida che va affrontata: dopo aver sensibilizzato i cittadini, portarli in studio.

Per vincere questa sfida ci dobbiamo affidare anche ai social, che rappresentano certamente il futuro, se non già il presente della comunicazione con i pazienti, specialmente per chi sta intraprendendo la nostra professione, per i quali queste modalità di comunicazione sono praticamente obbligatorie. Per questo ritengo estremamente utili gli strumenti come Facebook Professional messi a disposizione dei Soci da ANDI e le iniziative del Mese della Prevenzione.

Ritengo però, che l’aspetto fondamentale su cui porre attenzione sia quello della correttezza delle informazioni. In rete vengono diffuse tante notizie false che vanno contrastate.

Il mio suggerimento è certamente quello di portare avanti una comunicazione costante, ma sempre professionale e nel rispetto delle regole deontologiche. Nonostante io abbia qualche anno in più rispetto alla media dei miei colleghi, sono assolutamente propenso a queste nuove forme di comunicazione, ma bisogna avere un approccio serio e usarle correttamente.”