“Inutile e pericolosa per la salute orale dei cittadini ed un ulteriore ostacolo alla lotta all’abusivismo, mai sufficientemente contrastato”. E’ questo il commento di Gianfranco Prada, presidente di ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani), che rappresenta oltre 23 mila dentisti italiani, alla proposta di legge n. 4125 presentata alla Camera ed assegnata in commissione Affari sociali (primo firmatario Marco Rondini, di Lnp, odontotecnico milanese).
“La proposta di legge” – spiega il presidente Prada – “si propone di adeguare il profilo professionale dell’odontotecnico introducendo una novità rispetto a quello attuale: la possibilità di ottimizzare in studio il dispositivo protesico. Questo, nonostante debba avvenire sotto la responsabilità ed alla presenza del dentista abilitato all’esercizio della professione, rende di fatto impossibile contrastare l’esercizio abusivo della professione, vero pericolo per la salute orale dei cittadini.”
Oggi la presenza in studio dell’odontotecnico, non giustificata dal proprio profilo professionale, permette alle forze dell’ordine di individuare facilmente una situazione poco chiara, che nella quasi totalità dei casi si traduce nella denuncia del dentista e dell’odontotecnico per esercizio abusivo della professione medica.
Ma non solo. Il presidente di ANDI si chiede che senso ha attivare un nuovo corso di laurea della durata di tre anni esclusivamente per permettere all’odontotecnico di ritoccare le protesi in studio? Intervento che già fa il dentista abilitato, colui che prescrive all’odontotecnico la realizzazione del dispositivo protesico ed ha tutte le competenze per eseguirlo, acquisite in un corso di laurea della durata di sei anni.
“Noi dentisti italiani ma soprattutto i nostri pazienti” – continua il dottor Prada – “ non abbiamo la necessità di avere un odontotecnico in studio che faccia al posto nostro i ritocchi. Dal laboratorio odontotecnico vogliamo ricevere protesi di qualità, realizzate con precisione seguendo le nostre indicazioni ed utilizzando materiali certificati. Starà poi al dentista inserire il manufatto protesico nell’ambito della ben più complessa e completa terapia riabilitativa e verificare ed effettuare i ritocchi del caso, affinché il dispositivo medico riabiliti al meglio la funzione persa del paziente cui è destinato. Gli odontotecnici italiani sono tra i più qualificati ed apprezzati al mondo per competenza e professionalità e questo nuovo profilo non contribuisce ad accrescere la loro figura professionale.”