Le sezioni Regionali vanno valutate per la loro connotazione ed il Veneto ha sezioni provinciali abbastanza omogenee tra loro sia come numero di associati sia come dimensione delle città, salvo le due province più piccole di Belluno e Rovigo, che però hanno una grande importanza all’interno di ANDI per l’attività che svolgono. Nel nostro consiglio regionale abbiamo sempre avuto un solido rapporto di collaborazione e da molti anni lavoriamo con grande coesione tra le province.
Abbiamo portato avanti iniziative rilevanti, sia dal punto di vista culturale da quello delle varie campagne che in passato abbiamo fatto e che puntualmente riprendiamo. Il nostro sostegno del modello professionale è lo stesso che emerso dal documento politico nel Congresso Nazionale di ANDI nella giornata di domenica 10 ottobre e ciò ci conforta molto perché vuol dire che la linea che stiamo tenendo è quella corretta. Insistiamo, poi, nel sensibilizzare la popolazione sull’importanza del rapporto umano tra professionista e paziente, previlegiando l’aspetto qualitativo su quello strettamente economico.
C’è, purtroppo, la spinta di quei modelli, anche più in generale nell’industria e non solo nell’odontoiatria, che cercano di portare verso un input commerciale. Per questo è importante l’unità della categoria e l’orientamento della nostra attività finalizzato al preservare e sostenere quegli aspetti che oggi forse vengono considerati in secondo piano, come appunto il rapporto umano. Abbiamo realizzato una campagna importante nei confronti della popolazione, che riguardava l’intero comparto odontoiatrico e che rilanciava l’importanza di servirsi di dentisti italiani, coadiuvati anche da odontotecnici italiani, in modo tale da porre un argine al fenomeno commerciale dell’odontoiatria estera, perché le cure odontoiatriche devono restare all’interno di un modello per cui tutte le componenti devono essere legittimate. Cercare altri percorsi, come il turismo odontoiatrico, può portare, al contrario, ad un indebolimento della terapia stessa ed a pericoli per la propria salute.
Dobbiamo affrontare impegni onerosi dal punto di vista normativo, ad esempio per quanto riguarda l’autorizzazione regionale che, con la legge 22 del 2002, la Regione del Veneto, a differenza di altre Regioni, ha voluto applicare, investendo il nostro comparto sin dal 2004. Si è complicato l’iter burocratico necessario per le legittimazione all’esercizio, anche a causa della sovrapposizione con altre normative e della loro applicazione spesso personalistica. ANDI Veneto ha trovato sicuramente dei momenti di equilibrio con l’istituzione regionale, ma va sottolineato l’aggravio operativo causato da alcune delibere particolari.
Noi odontoiatri vorremmo occuparci il più possibile dei nostri pazienti, anziché dover dedicare così tanto tempo a seguire i problemi burocratici.
Da sempre, poi, ci occupiamo della formazione e dell’aggiornamento delle assistenti con corsi regionali. Nella fase attuale siamo molto impegnati sugli aspetti che riguardano la legge sull’assistente di studio odontoiatrico (ASO), promulgata, a nostro avviso, sulla base di spinte ideologiche di loro rappresentanze, ma senza adeguata analisi dell’impatto che avrebbe avuto sulla professione odontoiatrica.
All’interno del Consiglio Regionale ANDI Veneto si è instauratoun legame importante che ci consente un dialogo aperto e costruttivo, così come altrettanto avviene anche con l’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri del Veneto dove la collaborazione è continua, parallelamente alle Università del territorio.