Nel testo che segue, l’anticipazione del dossier Italiani dal dentista che il Corriere della Sera pubblicherà domani, 13 ottobre sull’inserto Corriere Salute con il commento del Presidente nazionale ANDI, Carlo Ghirlanda.
Una relazione tra medico e paziente basata sulla fiducia, prima di tutto. E poi un preventivo trasparente e la garanzia che le cure saranno efficaci. Sono questi i «desideri» più forti quando si parla di cure odontoiatriche. Lo dichiarano le oltre mille persone intervistate nella ricerca «Italiani dal dentista» commissionata da Idi Evolution e realizzata da Nielsen.
La survey analizza a fondo il rapporto con il dentista, tra quanti lo hanno frequentato negli ultimi dodici mesi (maggio 2021 -maggio 2022).
Quali paure ci agitano ogni volta che varchiamo la porta del suo studio? Quante volte ci andiamo? Ci informiamo, e come, sulla nostra salute orale? Qual è il nostro rapporto con l’innovazione tecnologica?
Dunque, come è emerso dall’indagine commissionata da ANDI ad Eumetra (Vedi QUI), la fiducia risulta un fattore determinante e i dentisti rientrano a pieno titolo tra i professionisti nei quali i cittadini ne ripongono di più.
«In effetti quello della fiducia rappresenta il parametro più dirimente sia nella scelta di andare dal dentista sia nel rimanere in quello studio perché c’è un riferimento che guida poi tutte le scelte del paziente — commenta Claudia Dellavia, docente di Anatomia e presidente del Corso di laurea in igiene dentale all’Università degli Studi di Milano —. La figura del dentista ne esce bene: è qualcuno al quale il paziente decide davvero di affidarsi». I dati sono in linea con quelli di una ricerca appena presentata dall’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi). «Quando si va dal dentista, lo si fa perché non si vuole avere più fastidi nè dolore, si vuole avere una parola in più rispetto al problema che si ha. Queste son tutte cose che ci sono ben note e che sono un elemento preziosissimo nel nostro lavoro», ribadisce Carlo Ghirlanda, presidente di Andi.