Mentre il Ministro della Salute uscente On. Beatrice Lorenzin è stata rieletta solo grazie alle alleanze col PD alla Camera, nonostante la sua lista (Civica Popolare) abbia ottenuto un modesto 0,5%, in questi giorni sono state le sue dichiarazioni sul possibile modello di odontoiatria pubblica a creare dibattito nel settore.
Il Ministro Lorenzin ha dedicato all’argomento un capitolo del suo libro “Per salute e per giustizia. Come solo politica e scienza possono salvare il Servizio Sanitario Nazionale e perché è così difficile farlo” (Edizioni Edra).
Per quanto riguarda l’odontoiatria, l’On. Lorenzin ammette le difficoltà del SSN di dare su tutto il territorio una concreta risposta pubblica al bisogno di cure odontoiatriche e per migliorare questo propone di guardare ai progetti virtuosi adottati dalle singole Regioni indicando come riferimento, quello attivato una decina di anni fa dalla Toscana. Quel progetto prevedeva convenzioni con i dentisti privati che accettavano di offrire a tutti i cittadini che aderivano ad una sorta di assicurazione proposta dalla Regione, prestazioni a prezzi calmierati fino al 50% in meno delle tariffe medie praticate. I fondi nati attraverso la sottoscrizione delle polizze sarebbero serviti per finanziare le cure dei pazienti socialmente deboli.
“Alcuni Soci mi hanno scritto chiedendomi una presa di posizione sull’argomento”, dice il Presidente Nazionale ANDI Gianfranco Prada.
“Prendo atto delle considerazioni dell’On. Lorenzin che, però, non sono altro che parole scritte in un libro pubblicato alla vigilia delle elezioni, non una proposta di legge o una proposta ufficiale inviata ai sindacati del settore e per questo non ritengo nemmeno necessario entrare nel merito”.
“Peraltro il Ministro Lorenzin – aggiunge Prada – se in questi 5 anni di Governo avesse voluto risolvere il problema dell’odontoiatria pubblica poteva seriamente tentare di farlo. Ministro che invece non si è posto molti problemi per la salute dei cittadini quando, individuando i nuovi Lea, ha ridotto ancora di più le prestazioni e le fasce di popolazione che possono accedere gratuitamente all’odontoiatria pubblica”.
“Come ANDI abbiamo più volte suggerito al Ministro proposte e soluzioni a cominciare dalla richiesta di aumentare gli sgravi fiscali per chi effettua cure odontoiatriche, di consentire il decollo della sanità integrativa odontoiatrica bloccata da norme anticostituzionali, ma anche solo fare conoscere ai cittadini l’Accordo già in essere col Ministero che ANDI, con altri sindacati e società scientifiche, aveva sottoscritto sull’odontoiatria sociale. La buona salute orale degli italiani è un vanto che possiamo sfoggiare solo grazie al lavoro di quella odontoiatria privata spesso accusata di essere il freno alle cure. Il fallimento dell’odontoiatria pubblica non è causato dai vari modelli regionali in cui seri professionisti ogni giorno lavorano e tentano di dare un servizio soddisfacente, nonostante mezzi sempre più ridotti, ma per il totale disinteresse da parte della politica che continua a non investire vere risorse”.
“Non serve una ulteriore assicurazione per finanziare le cure odontoiatriche pubbliche, gli italiani l’assicurazione la pagano già e si chiama tasse”, dice Prada. “Serve una cultura verso la tutela e promozione della salute orale, partendo dalla prevenzione. Invece di preoccuparci come curare chi ha problemi di salute orale preoccupiamoci di non fare ammalare gli italiani di carie o di parodontite”, dice Prada.
“I dentisti ANDI – conclude Prada – da sempre rendono possibili progetti gratuiti che cercano di fare questo, con il Mese della Prevenzione Dentale, l’Oral Cancer Day, il Progetto Scuola, il Progetto Adotta un Sorriso e le tante iniziative locali mirate a dare un sorriso a chi non può permetterselo. Noi dentisti italiani, ogni giorno nei nostri studi, facciamo la nostra parte, è la politica che deve cominciare a dimostrare di voler fare qualche cosa, non a parole e pochi giorni prima delle elezioni ma nel concreto”.