Arriva da Milano la notizia dell’arresto per corruzione (la seconda misura cautelare in 5 mesi) della legale rappresentante di un grande laboratorio dentistico lombardo, insieme a un suo collaboratore e un medico.
Già a giugno, infatti, la Procura aveva scoperto il meccanismo di una sorta di tangente sulle protesi dentali «a carico» del paziente: alcuni dentisti, quando prescrivevano a un loro assistito un qualche tipo di impianto, aggiungevano agli interventi tecnici (e ai relativi costi) una parte che in realtà poi non veniva eseguita spartendo il ricavato indebito con le case produttrici dei materiali.
Dunque, come se l’azienda produttrice, per indurre il medico a prescrivere questi «extra», avesse pagato una tangente, pagata, di fatto, dell’ignaro paziente. Per questi motivi nel giugno scorso erano già stati posti agli arresti domiciliari per l’ipotesi di corruzione due medici (un odontoiatra negli ambulatori della Asst Milano Nord, e un dentista dell’ospedale Delmati di Sant’Angelo Lodigiano), oltre a due responsabili della ditta Wisil Latoor srl e alla legale rappresentante, Roberta Rosaria Miccichè.
All’azienda i Giudici avevano imposto un commissario giudiziale per evitare «rilevanti ripercussioni occupazionali potenzialmente provocate dall’interruzione dell’attività», con gravi conseguenze non solo su studi medici dentistici e laboratori odontotecnici privati, ma ancheper le Aziende Ospedaliere della Regione Lombardia, tutti clienti della Wisil.
Oggi si aggiunge un’altra ordinanza di custodia cautelare per Micciché, stavolta per corruzione(nell’ipotesi dell’accusa sottoposta dal PM al vaglio del GIP), nella persona del chirurgo implantare Stefano Ferrari Parabita già collaboratore dell’ospedale San Raffaele.