Il 63° Congresso Scientifico Nazionale ANDI sarà, quest’anno in particolare, un momento per ritrovarsi e per guardare al futuro della professione odontoiatrica. Il commento di Paolo Dall’Aglio, Presidente ANDI Parma e Segretario culturale ANDI Emilia Romagna.
Il Congresso Scientifico Nazionale di ANDI è un punto d’incontro importante, con una vitalità e una validità legate allo spirito dell’Associazione che si esplicita nell’arco dei quattro anni di attività del Consiglio Direttivo.
Le sessioni in cui sarò presente come moderatore, quelle di Fondazione ANDI Onlus, saranno contraddistinte da tematiche che sono diventate molto attuali negli ultimi anni. Segnalo, ad esempio, tra i diversi incontri il “Vademecum per l’odontoiatra ed il medico che individuano un sospetto caso di maltrattamento”, presentato dalla Dott.ssa Ciabattini nella giornata di venerdì 24, mentre in quella di sabato 25 voglio citare “I disordini potenzialmente maligni del cavo orale: il ruolo dell’odontoiatra” con il Prof. Lorenzo Lo Muzio e le attenzioni ai pazienti fragili del Dr. Magi. In una fase come quella che stiamo vivendo, post-Covid, Il Congresso Scientifico è sicuramente anche un ulteriore motivo per ritrovarsi e per aggregare i giovani, sia sotto l’aspetto culturale che sotto quello sindacale/associativo, anche alla luce delle tante problematiche della nostra professione.
A mio avviso, le fasce più giovani non sono ancora molto presenti, mentre dovrebbero rappresentare la base per riuscire ad affrontare e gestire, come supporto agli attuali dirigenti, tutti i problemi attuali e quelli futuri dell’Associazione. Rispetto alla mia esperienza sul territorio come Dirigente provinciale ANDI, rispetto agli anni passati, in cui l’ingresso nell’Associazione o le attività associative erano un must importante dell’attività professionale, oggi le preoccupazioni dei più giovani sono probabilmente altre, come ad esempio la difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro e trovo che ci sia molta meno attenzione soprattutto alla parte sindacale ed organizzativa della professione. Questi sono gli aspetti su cui bisogna assolutamente insistere ed il Congresso Scientifico Nazionale di Riccione potrà essere un momento d’incontro fondamentale tra noi dirigenti “analogici” con quelli futuri “digitali”.