Sappiamo bene che la nostra è una disciplina di prossimità, e che costruire e mantenere un rapporto di fiducia con il paziente sia alla base del nostro lavoro. E allora, saper trasmettere la centralità del rapporto medico-paziente e riuscire a metterne a fuoco i suoi bisogni specifici, principi etici che si apprendono sul campo, sono ciò a cui bisogna indirizzare il massimo impegno, in una costante ricerca di trasmissione dei valori fondanti la professione.
Quei valori da rivolgere certamente alle nuove generazioni, ma che devono sempre essere offerti anche al confronto con le istituzioni, per esprimere quel ruolo che da sempre ci rappresenta. Fondamentale è, dunque, indicare quale modo più corretto di porsi sul mercato del lavoro e in maniera vincente, il valore della presa in carico del paziente. Ed è bene dire che, la nostra è sì un’attività prevalentemente libero professionale, ma che può e dovrà essere esercitata, se vogliamo realmente preservarne questo modello, con meno condizionamenti e certamente attraverso maggiori semplificazioni. Quelle semplificazioni che il nostro sindacato deve saper ricercare e a tutti i livelli. Ciò deve accadere, ma non esclusivamente con azioni di rivendicazione, bensì, sapendo anche esprimere, con il professionalismo e la maturità che contraddistingue ANDI, proattività nei confronti delle istituzioni. Ed è anche per questo che il Dipartimento regionale siciliano, con la piena condivisione della Commissione sindacale regionale, su proposta del suo Segretario sindacale e del Presidente, si fa promotore di un vademecum a marchio ANDI.
Uno strumento che si offre ai colleghi e che possa consentire di ottemperare in modo più semplice e pratico, ma certamente nel pieno rispetto delle norme regionali, ai nuovi decreti assessoriali 436/2021 e 724-725-725/2022 . Decreti emanati dalla regione Sicilia, nell’ottica di semplificare il sistema di requisiti generali e tecnologici per l’esercizio delle attività sanitaria , ma che di fatto hanno rallentato sia l’iter relativo alle autorizzazioni sanitarie dei nuovi studi e ambulatori odontoiatrici, sia il rinnovo per quelle preesistenti, creando non pochi disservizi e disagi alla categoria e soprattutto ai più giovani . Ciò rischiando, di fatto , il depotenziamento nel territorio del servizio sanitario di tutela della salute orale Perché l’odontoiatria, sia privata che convenzionata, in Sicilia come altrove, sappiamo essere parte integrante del sistema sanitario di prossimità e il rallentamento nell’apertura di una struttura odontoiatrica, deve essere chiaro alle istituzioni, penalizza in primis il diritto del cittadino a curarsi.
Ebbene, quanto in proposta del Dipartimento regionale siciliano ANDI, che auspichiamo possa essere condiviso anche dalle CAO regionali, riteniamo vada considerato come uno strumento valido a offrire risposte concrete ai nuovi adempimenti, ma anche espressione di una volontà e di una condotta in linea con la mission della nostra Associazione, in coerenza con le indicazioni politiche nazionali.
Questo vademecum ANDI deve, dunque, potersi considerare con convinzione uno strumento da rappresentare in sede di audizione con gli organi assessoriali competenti, pertanto, ANDI Sicilia si fa parte attiva nel coinvolgimento di tutte le forze di settore.
Perché valorizzare la crescita professionale significa anche stimolare l’ambizione libero professionale delle nuove generazioni e ciò deve necessariamente passare attraverso la ricerca di strumenti di semplificazione, che favoriscano l’aggregazione fra le nuove leve e i senior e che consentano a chi già a ruolo, di investire in innovazione attraverso un esercizio sostenibile della professione del futuro.