Il XXI Congresso Nazionale AIOLP, Evoluzione multidisciplinare della pratica ORL, che si è tenuto a Milano a inizio ottobre, cui ha partecipato il presidente di Fondazione ANDI ETS, Evangelista Giovanni Mancini, ha rappresentato l’occasione per una intervista con Michele Davide Mignogna, Professore Ordinario al Dipartimento di Neuroscienze, Scienze Riproduttive e Odontostomatologiche dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Dal 2002 è responsabile della U.O.C. di Medicina Orale della A.O.U Federico II, dal 2019 presidente della Società Italiana di Patologia e Medicina Orale (SIPMO) e dal corrente anno presidente eletto della Società Europea di medicina orale (EAOM). Il prof. Mignogna è stato relatore nel panel La medicina orale in Otorinolaringoiatria e, in quell’occasione, ha riportato un dato davvero interessante che evidenzia come negli ultimi anni ci sia stato un aumento dei tumori orali nei giovani, senza che questi fossero esposti a particolari fattori di rischio.
Professore, lei ha riscontrato un aumento di tumori orali nei giovani senza particolari fattori di rischio?
Esatto, abbiamo avuto un incremento dei tumori giovanili che interessano individui compresi tra l’età pediatrica, e i 45 anni. L’incidenza è passata da circa il 5% del 2013 a oltre l’11% che è la percentuale riportata in letteratura nel 2022.
Che tipo di analisi è stata fatta?
I dati sono epidemiologici, conosciamo soltanto l’incidenza legata all’afferenza dei pazienti nei nostri reparti e a quanti stiamo curando. Per avere qualcosa di più approfondito sull’argomento bisogna attendere i dati di genetica. Al momento i più grandi centri di ricerca stanno cominciando a svolgere questo tipo di studi e alcuni sono già in fase avanzata per quanto riguarda risultati utili a capire se questo tumore abbia un profilo genetico uguale a quello fumo correlato oppure sia qualcosa di diverso.
Che idea si è fatto: possiamo parlare di un “nuovo” cancro?
Attualmente non abbiamo ancora dati certi. Quello che sappiamo è che questi ragazzi non sono fumatori, non sono bevitori, non hanno contratto l’HPV (virus del papilloma umano) e che, in sintesi, non presentano i classici fattori di rischio del cancro orale. Il tumore che li ha colpiti interessa in oltre il 90% dei casi una zona precisa del cavo orale, che è il margine linguale e nel tempo si possono avere delle recidive sempre nello stesso punto. Si tratta di dati inusuali per il carcinoma orale, ma ancora non conosciamo quale possa essere la sua firma genetica.
Quali sono i tipi di tumori orali?
Il cancro orale oggi è una famiglia di malattie, sono essenzialmente tre: quello fumo e alcol correlato, il più “classico”, che colpisce oltre i due terzi dei soggetti; il carcinoma HPV correlato, che interessa la zona posteriore della bocca e il faringe, e poi c’è questo giovanile che interessa preferenzialmente il margine linguale.
Come ci si accorge di questo carcinoma “giovanile”?
Generalmente viene scoperto in fase avanzata, almeno nella metà dei casi in terzo o quarto stadio, perché è un carcinoma verso il quale c’è ancora poca sensibilità anche a livello medico. A differenza del tumore fumo correlato, dove i segni premonitori emergono addirittura anni prima e una diagnosi precoce è possibile, questo viene preceduto da lesioni che evolvono rapidamente. Per la diagnosi precoce di eventuali precursori si hanno presumibilmente a disposizione solo pochi mesi, non molto di più. Per questo è importante che medici e odontoiatri e, tra loro, soprattutto medici di medicina generale, pediatri, otorinolaringoiatri, ortodontisti e pedodontisti che incontrano i ragazzi giovani abbiano nei loro confronti un occhio completamente diverso rispetto al passato.
Come spiega l’incremento di questa patologia tra i giovani senza fattori di rischio?
I dati preliminari sembrano testimoniare in questi pazienti un deficit della risposta immunologica iniziale verso i fattori locali di tipo infettivo o irritativo, ma sono dati preliminari, abbiamo ancora bisogno di conferme dal punto di vista scientifico.
Che cure si offrono a questi pazienti e come si interviene?
Attualmente l’unica terapia è quella chirurgica ma, presumendo di essere nel campo dell’immunologia e dell’infettivologia, la prevenzione potrà probabilmente diventare prioritaria. È già così, per esempio, per il carcinoma oro-faringeo HPV correlato dove la vaccinazione svolge un ruolo fondamentale e ha un impatto decisivo sull’incidenza di tale tumore.
La prevenzione è sempre un’arma fondamentale, quindi.
Assolutamente sì. Per quanto riguarda il fumo e l’alcol la correlazione causa-effetto è ormai nota e l’attenzione, di conseguenza, si mantiene sempre alta. Per quando riguarda l’HPV invece la percentuale di ragazzi dai 12 ai 25 anni, sia maschi che femmine, per i quali la vaccinazione è addirittura gratuita risulta purtroppo ancora troppo bassa.
Fondazione ANDI ETS, insieme ad ANDI, da oltre 17 anni organizza convegni, webinar e documenti informativi sul tema del tumore del cavo orale e, soprattutto, si impegna ogni mese di maggio a scendere in piazza con l’Oral Cancer Day e le successive visite di screening negli studi dei tanti soci ANDI che aderiscono alla manifestazione. A breve sarà decisa e comunicata la data per l’edizione 2024 di OCD che sarà la diciottesima.