“Un’occasione persa” definisce il presidente dell’ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani), Roberto Callioni, la non approvazione da parte del Senato dell’ordine del giorno proposto dalla sen. Rossana Boldi che avrebbe impegnato il governo ad inasprire le pene per chi esercita abusivamente una professione sanitaria e chi favorisce questo illecito.
“Per l’ennesima volta – sottolinea Callioni – le istituzioni non hanno ritenuto doveroso dare una risposta ad un fenomeno che, per quanto riguarda l’odontoiatria, sta toccando punte allarmanti, visto che un dentista su tre non è abilitato ad esercitare la professione”.
Il testo proposto dalla Boldi riprende quanto richiesto da tempo dall’ANDI con la modifica dell’attuale articolo 348 del codice penale, punendo chi esercita abusivamente una professione sanitaria con pene più severe, che avrebbero portato anche all’arresto oltre che alla confisca dell’attrezzatura, dei materiali e dei locali, e tutelando maggiormente il paziente truffato o leso dal finto medico. Per la prima volta il testo proposto mette sullo stesso piano il prestanome, ossia colui che copre l’illecito, e l’abusivo.
L’attuale articolo del codice penale prevede, invece, per chi è condannato per esercizio abusivo di professione sanitaria la possibilità di patteggiare la pena con poche centinaia di euro, mentre il medico prestanome dovrebbe essere sottoposto a procedimento disciplinare da parte dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri. Non si capisce – conclude il dottor Callioni – come le forze politiche non solo non riescano a trovare convergenza su un provvedimento che va a tutelare esclusivamente la salute dei cittadini, fortemente messa in pericolo dalle pratiche di chi esercita illegalmente la professione di dentista, ma non trovino neppure il tempo di discutere le proposte che vengono avanzate in merito.
Roma, 14 novembre 2005