Piena autonomia della professione odontoiatrica ma all’interno della Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri. E’ quanto deciso a stragrande maggioranza dal Consiglio Nazionale dell’ANDI – la maggiore e più autorevole associazione di dentisti con oltre 23 mila iscritti – svoltosi nei giorni scorsi a Roma. La necessità di pronunciarsi si era resa necessaria dopo l’approvazione del disegno di legge sulla salute da parte del Consiglio dei Ministri, che contiene anche la legge delega che affida al governo il compito di riformare gli attuali Ordini in ambito sanitario ed istituire quello degli odontoiatri. Proprio per evitare che le decisioni sul futuro della professione siano prese esclusivamente dai politici e dai vertici degli attuali organismi ordinistici, l’ANDI ha voluto affrontare la questione dando voce alla base associativa.
Per poter decidere dopo aver considerato tutti gli aspetti, l’ANDI ha anche commissionato ad un gruppo di esperti un’analisi di tipo legislativo e gestionale su un futuro Ordine autonomo per gli odontoiatri separato da quello dei medici. Il parere dei dentisti italiani è stato sondato mediante una serie di quesiti inviati via web. A ritenere necessario che la professione odontoiatrica debba raggiungere la completa autonomia ordinistica rispetto all’attuale situazione sono stati il 55% di coloro che hanno risposto. Più autonomisti gli over 70 (77%), seguiti da coloro che hanno una età compresa tra i 31 ed i 45 anni (64%) e quelli tra i 46 ed i 55 anni (54%). Una autonomia che, stando a quanto rilevato dal sondaggio, deve però compiersi all’interno dell’attuale FNOMCeO: il 76% coloro che si sono espressi per rimanere con i medici. Ed è questa la decisione definitivamente assunta dal Consiglio nazionale.
L’ANDI ha inviato i risultati del sondaggio e la decisione approvata al ministro dellaSalute ed alla Federazione Nazionale dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri.