“Ci costituiremo come parte lesa nei confronti del professionista romano denunciato per evasione fiscale”. A dichiararlo è Gianfranco Prada, presidente dell’ANDI(Associazione Nazionale Dentisti Italiani), il più rappresentativo sindacato dei dentisti italiani con oltre 23000 soci.
Il medico romano denunciato per l’evasione di otto milioni di euro non risulta nemmeno iscritto all’Albo degli Odontoiatri dell’Ordine di Roma e quindi esercita in modo irregolare la professione di dentista. “La vicenda che ha trovato spazio nelle cronache di questi giorni – continua il presidente ANDI – non fa altro che penalizzare l’immagine della nostra professione fomentando il luogo comune del dentista evasore che non trova riscontri in nessun dato certo. Infatti, sulla base dei numeri ufficiali diffusi nei giorni scorsi dall’Agenzia delle Entrate, i dentisti con i loro 129.400 euro di fatturato medio (dati dell’anno 2010) sono, dopo i notai, i liberi professionisti che denunciano di più: quasi il doppio dei colleghi medici, il triplo di quanto denuncia mediamente un architetto. Combattere l’evasione fiscale è anche negli interessi della nostra categoria: chi lavora in nero non solo fa concorrenza sleale nei confronti dei dentisti onesti potendo applicare tariffe più basse ma spesso offre prodotti scadenti ai propri pazienti essendo costretto a comprare materiali non fatturati e quindi senza la garanzia delle necessarie certificazioni di qualità. Per questo – conclude Prada – da anni chiediamo che il Parlamento consenta la piena deduzione fiscale della parcella del dentista, cosa che permetterebbe un concreto risparmio ai cittadini, permettendo di effettuare quelle cure che oggi la crisi economica e l’assenza a di una offerta pubblica, e non il costo delle nostre prestazioni, gli impediscono”.