La gran parte dei riscontri che stiamo ricevendo confermano la bontà del lavoro intrapreso dal nuovo Esecutivo. Certificano che la nostra passione e il ritmo di lavoro impresso sin da subito e volto a perseguire le riforme necessarie alla professione, dunque alla nostra stessa Associazione, sono ovunque percepiti chiaramente, facendo riscoprire le emozioni e le volontà di partecipazione da troppo tempo affievolite. Parimenti ci viene segnalato che alcune delle nostre scelte politiche a sostegno e tutela di noi liberi professionisti Odontoiatri stiano provocando in ANDI reazioni in larga parte positive, ma anche qualche contrarietà da parte di alcuni Associati, che non vedono ancora recepite a pieno le proprie esigenze di rappresentanza.
Vi invito a essere ancora fiduciosi e minimamente pazienti: ogni bisogno compreso nel progetto che abbiamo presentato a sostegno della candidatura mia e dell’Esecutivo nazionale verrà affrontato puntualmente. Un programma che, mi permetto di ricordare, si poneva quale obiettivo primario il riordino del nostro settore professionale, seguendo priorità, cronologie di intervento e strategie mirate. Tutto ciò avviene nell’ambito della nostra logica di lettura del settore e dei traguardi che in modo trasparente abbiamo sempre dichiarato di volere ottenere. Una visione che ho letto recentemente perfettamente declinata nella semplice affermazione di William Shakespeare “…c’è del metodo in questa follia…”
Mi sono interrogato a lungo su questa frase tratta dall’Amleto e ritengo che questo breve assunto esemplifichi in modo esemplare la logica nella quale ci stiamo muovendo: nell’ambito di una nuova visione, che ci spinge a lottare per quello che riteniamo il bene della professione. Un impegno che modifica radicalmente un atteggiamento associativo che da troppo tempo sembrava piegato ad una ineluttabile invariabilità delle cose, come se fosse l’adattamento alla nostra professione del Ciclo dei Vinti di Verghiana memoria.
Non è dunque, il fine dell’attuale ANDI, ottenere obbedienza da alcuno, semmai prendersi la responsabilità di trasformare, sviluppare e integrare l’odontoiatria nell’ambito di una società in evoluzione, confrontandosi con le nuove sfide che il mercato impone, senza timori o rinunce, ma con la forza e la capacità di far valere la nostra centralità e competenza, anche di fronte alle opposizioni.
La nostra professione, da sempre autonoma e responsabile nel determinare i propri ambiti e le proprie modalità di sviluppo, gode di una prerogativa fondamentale: è e dovrà costantemente essere in grado di reagire da sola, di ricercare e trovare dentro il proprio sistema le soluzioni per affrontare una crisi generale perdurante, avendo ben presente le proprie caratteristiche, le trasformazioni sociali in atto e le esigenze dei cittadini.
È con vivo apprezzamento che possiamo sottolineare i risultati incredibili raggiunti in soli sei mesi: primo fra tutti la riforma sulla pubblicità sanitaria che, unitamente alla nuova disciplina relativa agli obblighi dei direttori sanitari di strutture odontoiatriche, sono divenuti legge di Stato. Anche i decisori politici hanno condiviso la nostra considerazione per la quale il livello dei messaggi pubblicitari odontoiatrici diffusi alla popolazione, insieme al continuo ricambio dei direttori sanitari messo in atto con lo scopo di ottenere una sorta di perenne impunità da parte di molte strutture odontoiatriche organizzate in forma giuridica e colpevoli di pubblicità improponibili, costituissero una forma insostenibile di raggiro nei confronti dei cittadini.
Con le forze di governo abbiamo inoltre affrontato le molteplici questioni relative alla nostra professione, tra quelle prioritarie il corretto inquadramento dell’esercizio odontoiatrico in forma societaria, nell’ottica della definizione della “legge quadro” per l’odontoiatria da me annunciata come obiettivo di mandato sin dal primo editoriale in veste di Presidente di ANDI Nazionale. Intento condiviso unitariamente con le rappresentanze ordinistiche e sindacali odontoiatriche, con le quali ci presentiamo in un rinnovato rapporto fra la politica e la nostra categoria, che finalmente si propone in una forma coerente alle proprie dimensioni, necessità ed ambizioni, in grado di produrre progetti sulla base di fatti e competenze oggi riconosciute e considerate.
In più di un’occasione ho ribadito che lucidità è potere: così è stato anche quando abbiamo sottolineato a tutti i referenti istituzionali e sindacali le difficoltà operative comprese nel decreto istitutivo della figura dell’Assistente di Studio Odontoiatrico (ASO), inspiegabilmente non rilevate nei tavoli di definizione di quella figura, ricevendone pieno consenso, così da arrivare in poche settimane alla creazione della nuova figura di Collaboratore di Settore Odontoiatrico (CSO) e alla stipula di un nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro (già operativo) che ne legittima la presenza nello studio dentistico quale ulteriore figura di lavoratore qualificato a supporto delle attività quotidiane proprie del nostro lavoro di Odontoiatri. Una soluzione inedita, che ha consentito di mantenere in servizio migliaia di lavoratori, anche assunti da tempo, potenzialmente a rischio licenziamento (come già stava avvenendo) per le rigidità contenute nel decreto costituente la figura di ASO, garantendo fluidità nel lavoro dello studio odontoiatrico. Forse questo non è stato compreso a pieno o semplicemente non è stato apprezzato universalmente, ma è normale che ci possano essere approcci e valutazioni diverse.
Come detto, lucidità è potere; anche nella nostra determinazione a partecipare, riconosciuti quale parte attiva, nel dibattito politico relativo allo schema organizzativo della medicina italiana, rivalutando il modello attuale e ipotizzandone la possibile futura evoluzione.
L’odontoiatria e ANDI sono e saranno partecipi alla discussione di argomenti di stretta attualità, quali il regionalismo differenziato in sanità e su modalità e misura d’intervento del sistema, pubblico e privato, a sostegno della salute costituzionalmente garantita. Interverremo nella tematica aperta in Parlamento sulla sanità integrativa e sulla necessità di un approfondimento sulle regole/non regole che attualmente la caratterizzano. Saremo presenti e pronti a intervenire; a dire la nostra per produrre nuove opportunità, impedendo che abbiano a ripetersi le storture che alcuni attori di quel sistema hanno già messo in scena.
Vogliamo un nuovo modello di rapporto in sanità integrativa e lavoreremo per questo.
Nella mia percezione delle cose mi sento oggi di raccomandare a ognuno di Noi associati ANDI la massima fiducia per il futuro, di credere oggi come non mai nel proprio lavoro e nella propria identità di professionista Odontoiatra, perché finalmente si scorge una luce in fondo al buio.
Sono consapevole di assumermi una grande responsabilità, ma sento che l’aria sta cambiando. È fondamentale che ognuno di Noi rimanga concentrato, aggiorni costantemente le proprie conoscenze e sappia evidenziare le proprie mancanze, al fine di poterle colmare. Serve massima capacità autocritica, umiltà e attenzione agli approfondimenti e agli aggiornamenti che costantemente Vi vengono proposti sui tanti argomenti che riguardano la nostra professione. Non lasciamoci distrarre, facciamo le scelte giuste, manteniamo la nostra speranza e diamo forza al cambiamento per evitare di diventare comparse di un copione che non ci appartiene.
ANDI è al nostro fianco come non mai: un grande merito va a tutti i dirigenti provinciali e regionali, che quotidianamente lavorano per capire le necessità e definire gli interventi da porre in atto per soddisfare le esigenze di ciascuno di Noi. A tutti loro va il mio più sentito ringraziamento.
Ne rivolgo uno particolare a Roberto Callioni, past President ANDI, che ha da poco rassegnato le sue dimissioni dagli incarichi ricoperti per nome e conto di ANDI in Confprofessioni nazionale: un passo indietro che consentirà ad ANDI di intraprendere nuovi percorsi, possibili anche grazie al lavoro finora svolto, alla sua dimensione politica e alla qualità umana di Roberto, al quale va il nostro ringraziamento.
Buon lavoro a tutti
Carlo Ghirlanda