Nella riunione del 29 luglio 2020, il Consiglio dei Ministri ha deliberato la proroga dello stato di emergenza sul territorio nazionale fino al 15 ottobre 2020, in conseguenza della dichiarazione di “emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale” da parte della Organizzazione mondiale della sanità (OMS), e ha contestualmente adottato un decreto-legge (d.l. n.83/2020) contenente misure urgenti connesse con la scadenza della dichiarazione di emergenza epidemiologica deliberata il 31 gennaio 2020.
Nel nostro Paese lo stato di emergenza è stato dichiarato dal Consiglio dei Ministri, per la durata di 6 mesi, con delibera del 31 gennaio 2020 (“Dichiarazione dello stato di emergenza in conseguenza del rischio sanitario connesso all’insorgenza di patologie derivanti da agenti virali trasmissibili”), pubblicata in G.U. n. 26 del 1° febbraio 2020), in conseguenza della dichiarazione di emergenza internazionale di salute pubblica per il coronavirus (PHEIC) dell’Organizzazione mondiale della sanità del 30 gennaio 2020.
In vista della scadenza del 31 luglio, nei giorni scorsi il Governo ha ritenuto opportuno coinvolgere il Parlamento nella discussione sulla necessità di disporre una proroga, facendo votare al Senato e alla Camera, tra aspre polemiche delle opposizioni, una risoluzione che impegna il Governo a definire come termine ultimo per lo stato di emergenza nazionale il 15 ottobre.
Ottenuto in via libera del Parlamento, nella riunione del 29 luglio il Consiglio dei Ministri ha deliberato la proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre.
Come ha ricordato il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel dibattito parlamentare sulla risoluzione, la proroga dello stato di emergenza costituisce il presupposto per l’attivazione di poteri volti ad affrontare la situazione con tempestività ed efficacia, il più importante dei quali è il potere di ordinanza, che consente di emanare norme in deroga all’ordinamento vigente.
Ove non fosse prorogato lo stato di emergenza, cesserebbero di avere effetto 38 ordinanze fin qui emanate e i provvedimenti attuativi; cesserebbero inoltre le funzioni di coordinamento della Protezione civile, del Comitato tecnico scientifico, l’operatività del Commissario Straordinario (che si sta occupando, ad esempio, dei dispositivi di protezione e degli allestimenti per l’ordinato avvio dell’anno scolastico).
In altri termini, la cessazione dello stato di emergenza avrebbe comportato l’arresto del sistema di protezione e prevenzione costruito nei mesi scorsi.
Fonte: Altalex