La Fondazione ANDI Salute – Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa, ha come obiettivo la gestione della sanità integrativa negli studi dei liberi professionisti. È un fondo giovane, nato nel giugno 2015, a Roma, per volontà dell’Associazione Nazionale Dentisti Italiani, iscritto nel 2017 come “fondo doc” all’Anagrafe Ministeriale dei Fondi Integrativi.
E’ bene sottolineare, come premessa, che oggi in Italia i fondi sanitari integrativi sono suddivisi in due macrocategorie:
• Fondi doc (o fondi di tipo A), che erogano solo prestazioni integrative del SSN non comprese nei LEA e rimborsano la quota di costi a carico dell’assistito per il ricorso al SSN (ad esempio i ticket). Tali forme di assistenza sanitaria integrativa godono di un regime fiscale agevolato che permette la deducibilità dei contributi versati fino a 3.615,20 euro all’anno. Resta valida la possibilità per l’aderente di detrarre la quota parte delle spese sanitarie rimasta a proprio carico;
• Fondi non doc” (o fondi di tipo B), definiti come “enti casse e società di mutuo soccorso aventi esclusivamente fini assistenziali”, possono erogare anche prestazioni sostitutive del SSN. Al fine di poter beneficiare delle medesime agevolazioni fiscali dei fondi “doc”, devono dimostrare di aver destinato almeno il 20% delle risorse annuali (c.d. soglia delle risorse vincolate) a prestazioni sociali e sanitarie verso soggetti non autosufficienti (temporanei o permanenti) e/o odontoiatriche.
A dettagliare le caratteristiche specifiche del FAS è il suo attuale Presidente, Luca Barzagli:
“Il FAS è un fondo sanitario rivolto agli odontoiatri e gestito direttamente dalla categoria. Essendo emanazione del principale sindacato odontoiatrico italiano, si ispira ai dettami e agli obiettivi di ANDI. A differenza dei fondi
“commerciali”, dunque, si confà a una filosofia dove il patto fiduciario tra medico e paziente e le scelte terapeutiche sono prevalenti sulla componente economica.
Proprio in virtù del rapporto di assoluta fiducia che è alla base del paradigma professionale promosso da ANDI, una delle opzioni fondamentali riguarda la scelta del dentista da parte del cittadino, che
deve essere libera e non sottostare a convenzioni più o meno restrittive. Prova ne è non essere un requisito vincolante neppure l’iscrizione del professionista ad ANDI”.
Un altro “nervo scoperto” del mercato sanitario integrativo è rappresentato dalla presenza dei cosiddetti terzi paganti, che hanno il compito, sotto il profilo operativo, di rimborsare il costo sostenuto dal soggetto assicurato, in misura parziale o totale secondo tipo di contratto e di premio pagato. In molti casi, specialmente per le cure odontoiatriche, si tratta di assistenza diretta, in cui la compagnia assicurativa veicola l’assicurato in strutture sanitarie convenzionate per l’erogazione delle prestazioni.
“Naturalmente questo tipo di intervento, a causa delle interessenze dovute, erode risorse alle risorse impiegabili a favore del sottoscrittore al netto dei naturali costi amministrativi, generando uno scontento che riguarda sia i
dentisti, che devono sottostare a convenzioni e procedure estremamente articolate e vincolanti, oltre a dover vedere dilatati i termini di rimborso, sia i cittadini, spesso costretti a non poter scegliere il proprio medico di fiducia e a dover contribuire di tasca propria per completare adeguatamente le cure necessarie. In realtà questo sistema non soddisfa neppure le compagnie assicurative proprietarie delle società terze paganti. In definitiva, nessuno è contento di come sono erogate attualmente le cure odontoiatriche nel sistema assicurativo o dei terzi paganti”.
I fondi integrativi sanitari rappresentano, specialmente in uno scenario di crescente accesso alle cure e di difficoltà congiunturale della professione, un’alternativa estremamente interessante, anche agli occhi del mondo politico, in virtù della possibilità di integrare adeguatamente e senza incidere sui costi dello Stato, le prestazioni offerte dal SSN. Soprattutto di quelle, tipiche dell’Odontoiatria, dove il l’Ente pubblico non è in condizione di garantire più di una parte residuale.
“FAS intende esprimere innanzitutto un’opportunità dal punto di vista clinico, in virtù della garanzia di appropriatezza della cura, un’opportunità economica, grazie al rapporto tra fondo e professionista non intermediato da terzi paganti. Infine, la piena libertà di scelta del medico curante da parte del paziente, consentendo non soltanto la terapia contingente più adeguata, ma anche la presa in carico del paziente nel lungo periodo, avviando un percorso di prevenzione futura.
Adottare dei comportamenti corretti per la prevenzione orale, garantirà ai pazienti un ulteriore vantaggio economico, poiché il rispetto di questo percorso darà seguito a una premialità ulteriore sul costo delle terapie”.
Nel complesso FAS rappresenta un’alternativa inedita nell’ambito dei fondi sanitari integrativi dedicati alle cure odontoiatriche, poiché si colloca come punto di incontro ottimale tra le esigenze dei cittadini e quelle dei professionisti, superando scelte obbligate del professionista, tariffe inadeguate, lunghi tempi di attesa e adempimenti burocratici complessi.