Il Presidente del Dipartimento Emilia-Romagna, Paolo Paganelli, torna a tracciare la situazione attuale della regione, dopo l’accordo che era stato raggiunto con i vertici della sanità regionale. Un quadro complessivamente positivo, con l’eccezione di Bologna dove, però, la situazione sembra vada verso una normalizzazione.
Dottor Paganelli, un suo commento sullo scenario dei vaccini nella vostra Regione nel settore odontoiatrico.
La situazione vaccini nella nostra Regione è un po’ diversificata a seconda delle Asl e delle province. In Romagna, quindi nelle province di Forlì, Cesena, Rimini e Ravenna, la situazione è uniforme, in quanto c’è un’unica grande Asl, ossia Ausl della Romagna: in questa vasta area le vaccinazioni agli Odontoiatri sono terminate e già da un paio di settimane abbiamo dato i nominativi, tramite gli Ordini, di tutte le assistenti ed igieniste dentali. A breve, quindi, inizieranno anche queste vaccinazioni, che sono state un po’ ritardate in quanto come sappiamo la distribuzione si è rallentata.
In Emilia, invece, la situazione è diversa. A Bologna, che inspiegabilmente è indietro, hanno cominciato a raccogliere i nominativi per Odontoiatri e per assistenti ed inizieranno a breve, ma ad oggi gli Odontoiatri non sono stati ancora vaccinati. Nelle altre province dell’Emilia tutti gli Odontoiatri sono stati vaccinati ed a breve partiranno le vaccinazioni per le assistenti, cosa che invece a Parma è stata già fatta.
Relativamente alle misure di sicurezza e sui protocolli all’interno degli studi odontoiatrici. Come Odontoiatra cosa proporrebbe? Quali modifiche attuerebbe?
Come Odontoiatri, da sempre siamo attenti alla prevenzione del rischio biologico all’interno degli studi. Con l’avvento del COVID, non abbiamo fatto altro che aumentare le precauzioni, ossia triage telefonico, accesso limitato in sala d’attesa, misurazione della febbre prima dell’ingresso, compilazione dei questionari all’interno delle sale, areazione negli ambienti, disinfezione. Massima attenzione, ovviamente, anche con l’utilizzo di camici monouso, mascherine FFPP2 al posto di quelle chirurgiche e visiere: a riguardo vorrei segnalare lo studio che è stato fatto dal Prof. Manzoli, grazie ad ANDI Nazionale, con cui si è evidenziato che l’uso contemporaneo della visiera e della mascherina, anche chirurgica, riduce quasi a zero l’esposizione al rischio del COVID. Mi sento di affermare che gli studi odontoiatrici sono davvero sicuri.
L’unica cosa che cercherei di far ridurre è il cambio del camice monouso per ciascun paziente: mi sembra una soluzione un po’ complessa e si potrebbe provare ad utilizzare invece camici che possono essere cambiati ad ogni turno lavorativo oppure da cambiare in relazione al tipo di utilizzo.
In generale, penso che sia una decisione da prendere con buon senso ed in base alla logica dell’uso che se ne fa e non un obbligo sistematico tra un paziente e l’altro.