Il Consiglio Generale dei Dentisti di Spagna, presieduto dal Dr. Oscar Castro Reino, ha sottolineato oggi come in tema di vaccinazioni non si possa assolutamente porre una distinzione all’interno della professione sanitaria tra chi pratica nel settore pubblico e chi invece è attivo nel privato. La ragione evidente di questo messaggio deriva dal fatto che, in ambo i casi, il rischio di contagio risulta pari alla professione sanitaria, e non certo alla modalità di impiego.
Nello stesso modo, il Consiglio Generale sollecita il Ministero della Salute che i dentisti siano inseriti in blocco all’interno del Gruppo 2, così identificato all’interno del Documento di strategia vaccinale contro il COVID-19, a causa dell’elevato rischio di contagio a cui quotidianamente gli odontoiatri sono esposti nello svolgimento della professione. A questo riguardo, il Presidente Castro commenta che “i dentisti, così come la totalità del personale ausiliario di clinica e il team odontoiatrico, lavorano a contatto con pazienti che non possono indossare la mascherina per tutta la durata del trattamento, rimanendo a pochi centimetri dalla bocca e utilizzando procedure soggette a generare aerosol, uno dei principali vettori di diffusione di SARS-CoV-2. Questi dati bastano a sottolineare la necessità assoluta di inserire gli odontoiatri all’interno del Gruppo 2, priorizzandone la copertura vaccinale.”
Il Consiglio Generale rinnova quindi la sua completa e totale adesione allo sforzo sanitario, offrendo tutto l’aiuto richiesto dalle autorità sanitarie per uscire da questa lunga pandemia. “In un momento di emergenza sanitaria su scala mondiale, diventa assolutamente necessaria l’inclusione della totalità del personale clinico qualificato per combattere questa pandemia nella maniera più celere.”
“Appoggiamo e sottolineiamo l’importanza della battaglia che i cugini spagnoli stanno portando avanti per il diritto alla vaccinazione di tutto il personale operante nello studio odontoiatrico,” commenta Ferruccio Berto, Vicepresidente Nazionale ANDI e Responsabile Commissione Esteri. Che aggiunge, in una nota di commento: “Negli ultimi mesi, alcuni hanno sostenuto come sembrasse esistere una contraddizione di termini tra la conclamata sicurezza degli studi odontoiatrici e la necessità di vaccinazioni prioritarie per gli odontoiatri; una affermazione forse accattivante se considerata superficialmente, ma che ad uno sguardo più attento si dimostra priva di fondamento. Dobbiamo infatti distinguere secondo misura: certo, il sistema di tracciamenti, i protocolli di sicurezza, il corretto impiego dei DPI e l’attenzione di tanti professionisti rendono gli studi dentistici luoghi sicuri, come riconosciuto da più parti durante questa lunga pandemia. Eppure, malgrado questo, versiamo comunque in una situazione di emergenza sanitaria mondiale, la cui unica via d’uscita è l’immunizzazione di massa a seguito di vaccinazioni a tappeto. Scongiurare e risolvere i fattori di rischio posti in essere dalla pandemia che stiamo vivendo, rispettivamente tramite la messa in sicurezza degli studi e l’impegno vaccinale, non risultano quindi strategie alternative; sono invece le due componenti di una azione coerente, mirata all’eliminazione totale del virus e la messa in sicurezza dei nostri colleghi, dei nostri collaboratori e di tutti i nostri pazienti.”
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