A Trento procede la campagna vaccinale per gli Odontoiatri in attesa del via libera per il personale di studio
Nella Provincia Autonoma di Trento si è sbloccata la campagna vaccinale per i dentisti, con la imminente conclusione della somministrazione della prima dose a tutti gli Odontoiatri, mentre sono ancora esclusi i dipendenti e i collaboratori degli studi. Su questo argomento continuano comunque le pressioni di CAO e ANDI sull’Azienda Provinciale per arrivare a una rapida soluzione, come confermato nell’intervista al Presidente ANDI Trento, Tomaso Conci.
Dott. Conci, un suo commento sullo scenario dei vaccini nella Provincia Autonoma di Trento.
Dopo le nostre insistenze e grazie all’intervento del Presidente CAO di Trento, L’Azienda Provinciale per i servizi sanitari della Provincia Autonoma di Trento ha iniziato le vaccinazioni ed attualmente sta vaccinando sia gli Odontoiatri sia i Medici liberi professionisti e a breve verrà terminato il turno di somministrazione della prima dose. Al momento sono purtroppo rimaste escluse le assistenti e questa è una situazione che non riteniamo corretta.
ANDI Trento e CAO hanno collaborato in maniera proattiva: è stato reperito un ambulatorio messo a disposizione da un collega e possiamo contare anche su medici volontari, quindi si sta facendo pressioni nei confronti dell’Azienda Provinciale affinché fornisca le dosi per procedere alla vaccinazione di tutto il personale ausiliario. Non riusciamo a capire perché allo stato attuale le assistenti siano state lasciate fuori dalla vaccinazione, in quanto la loro formazione qui in Trentino è gestita dalla Provincia Autonoma, quindi trattasi di una figura sanitaria ampiamente riconosciuta. Anche gli igienisti dentali sono al momento esclusi, ma in questo caso è un problema che parrebbe legato al loro Albo professionale.
Relativamente alle misure di sicurezza e sui protocolli all’interno degli studi odontoiatrici. Come Odontoiatra privato cosa proporrebbe? Quali modifiche attuerebbe?
I protocolli che stiamo adattando sono molto validi ma è ovvio che questi abbiano impattato sui tempi fra un paziente ed un altro, considerando anche vestizione e svestizione: per quanto riguarda l’aspetto economico, invece, attualmente i costi dei dispositivi DPI si sono calmierati. Non vedo grandi mutamenti per il futuro imminente, se non a fronte di studi scientifici che ridimensionino la necessità dei DPI. In generale le misure adottate sono molto efficaci, anche in base ai dati che abbiamo riguardo la totale assenza di contagi all’interno dei team odontoiatrici.
In che modo la pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto sulla capacità di fornire assistenza?
Bisogna tener conto che la Provincia autonoma di Trento è abbastanza benestante, con una percentuale molto elevata di dipendenti pubblici, per cui, di fatto, ad oggi la pandemia non ha influito in maniera così determinante sulla maggioranza dei pazienti: sicuramente alcune categorie sono state più provate dalla situazione e mi riferisco ad albergatori o ristoratori.
Per quanto riguarda l’accesso alle cure, l’impatto economico non è stato quindi così importante, piuttosto direi che si sono allungati i tempi necessari per eseguire le medesime prestazioni rispetto alla fase precedente al COVID. Nella nostra realtà siamo scesi di circa il 30% come numero di pazienti che riusciamo a seguire giornalmente, a causa dell’aumentata necessità di tempo per mettere in atto i protocolli di sanificazione e il distanziamento previsto dai DPCM. Andrà, quindi, inevitabilmente ripensato il sistema di accesso alle cure in funzione di questa problematica, perché ritengo che aspettare e sperare che torni tutto come prima, non sia la strategia migliore da adottare.