Nei prossimi giorni dovrebbe finalmente vedere la luce il cosiddetto Decreto Sostegno, annunciato già alla fine del 2020 ma i cui tempi di redazione si sono allungati a causa dell’avvicendamento del governo Conte 2 con il governo Draghi.
In analogia ai decreti Ristori dello scorso autunno, il nuovo decreto dovrebbe contenere una serie di misure volte a indennizzare gli operatori economici che hanno subito danni significativi a causa dell’emergenza sanitaria COVID-19. Fortunatamente, però, questa volta i liberi professionisti dovrebbero essere inseriti tra i soggetti beneficiari dei nuovi strumenti di compensazione.
Premesso che al momento il testo del decreto non è disponibile, nemmeno in bozza, e che quindi si deve necessariamente fare riferimento alle indiscrezioni pubblicate dai media e alle dichiarazioni rilasciate da alcuni esponenti delle forze politiche di maggioranza, proviamo a riportare quelli che dovrebbero essere i più importanti strumenti messi in campo nel primo intervento emergenziale del nuovo governo.
In primo luogo dovrebbe vedere la luce un nuovo contributo a fondo perduto per le persone fisiche in partita IVA con fatturato annuo non superiore a 5 milioni di euro. Rispetto ai contributi a fondo perduto erogati nel corso del 2020, la nuova misura dovrebbe vedere una importante novità: il superamento del criterio dei codici Ateco e la corrispondente inclusione dei liberi professionisti nel novero dei beneficiari.
Per avere diritto al contributo, ammontante a una percentuale (variabile presumibilmente tra il 15% e il 30%) della differenza tra il fatturato mensile medio del 2019 e quello del 2020, occorrerà dimostrare di aver subito nell’anno 2020 una contrazione del fatturato di almeno il 33% rispetto all’anno precedente. Le somme così calcolate dovrebbero essere liquidate entro il 30 aprile, previa presentazione di una apposita domanda da parte degli interessati.
Dovrebbe poi essere previsto un robusto rifinanziamento degli ammortizzatori sociali previsti per i lavoratori dipendenti (compresi quelli degli studi professionali), con una contestuale proroga, probabilmente al prossimo 30 giugno, della moratoria sui licenziamenti.
Sul piano fiscale, e questa potrebbe rappresentare una importante novità, il governo sarebbe intenzionato a proporre una rottamazione delle cartelle di pagamento di importo non superiore a 5.000 euro afferenti gli anni dal 2000 al 2015, attraverso una liquidazione a “saldo e stralcio”.
Specifiche risorse dovrebbero, infine, essere stanziate sulla salute, potenziando la logistica e la capacità di somministrazione dei vaccini.
Non appena il decreto sarà pubblicato provvederemo a fornire ulteriori aggiornamenti e specifici approfondimenti.