È necessario educare i pazienti a saper distinguere una corretta informazione sanitaria dalle false notizie che, soprattutto durante la pandemia, sono circolate prevalentemente sul web: è l’opinione del Presidente di ANDI Cuneo, Marco Bevilacqua.
“L’aspetto più preoccupante sul fronte della prevenzione e delle cure odontoiatriche nella nostra provincia è che i cittadini non riescono più a trovare una risposta presso gli ambulatori Asl, a seguito della pandemia dovuta al COVID. Forse alcuni riescono ancora a fare qualche visita di controllo, ma le cure sono state del tutto sospese, per cui la popolazione sta trovando sempre di più una porta sbarrata nel pubblico e ciò interessa, in particolare, i pazienti più fragili, che facevano affidamento al sistema sanitario nazionale e che ora stanno tornando per le cure presso gli studi odontoiatrici privati.
Devo evidenziare, purtroppo, che ci sono molti pazienti che nell’ultimo periodo si sono trascurati. Alcuni hanno aspettato di essere vaccinati o che la situazione generale migliorasse per presentarsi nello studio, per cui nell’ultimo anno c’è stato un netto peggioramento sul fronte della prevenzione, perché ad esempio anche le sedute programmate di igiene orale non vengono effettuate. Questo è avvenuto non tanto perché i pazienti non si fidino del dentista, sappiamo che gli studi sono assolutamente sicuri, ma forse perché molti sono stati suggestionati dai media ed hanno preferito aspettare. Allo stato attuale arrivano in studio persone con condizioni di salute orale decisamente peggiorate, non avendo fatto più né controlli né prevenzione”.
A mio avviso il Mese della Prevenzione di ANDI e Mentadent è un’ottima iniziativa, anche se ogni anno sono poche le conferme dei pazienti che si presentano allo studio per le visite di controllo, almeno in relazione al nostro territorio che è quello di una provincia periferica e non centrale. Secondo me bisognerebbe estenderla magari per un lasso di tempo maggiore, per cercare di raggiungere più persone.
Il modo in cui raggiungiamo i pazienti è cambiato molto ed io ritengo che i social siano oggi forse il metodo più diretto. Probabilmente, è un tipo di comunicazione che non raggiunge a pieno la fascia d’età più grande sia tra i colleghi sia tra i pazienti, ma sul target medio-giovane è il canale che sicuramente ha più presa. Sono convinto che queste formule di sensibilizzazione siano quelle da perseguire, molto di più rispetto alla televisione o alla carta stampata.
In provincia di Cuneo l’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri è molto severo nel campo dell’informazione sanitaria. Spesso, alcuni colleghi non capiscono quale sia la differenza tra informazione sanitaria e ciò che, invece, diventa pubblicità.
Personalmente, ritengo che questo sia un aspetto essenziale della comunicazione professionale e credo che vada sempre evidenziata la distinzione tra informazione e pubblicità. Sono, quindi, sicuramente favorevole alla comunicazione social, ma fatta in modo assolutamente professionale e seguendo scrupolosamente la deontologia. Proprio negli ultimi mesi abbiamo visto come i pazienti e, più in generale, la popolazione, abbiano fatto purtroppo riferimento a notizie false sulla rete, che magari screditavano un vaccino, spesso senza avere la capacità critica di discernere tra informazioni vere e dubbie.
Proprio per questo, come professionisti dobbiamo cercare di educare il paziente a recepire la veridicità di ciò che affermiamo”.