Il dipartimento ANDI Emilia-Romagna, all’inizio di questo mandato, ha individuato alcuni temi prioritari, prevalentemente di carattere sindacale, da approfondire con una attenta analisi della realtà territoriale attraverso la costituzione di quattro commissioni non permanenti che hanno coinvolto tutte le province in un gruppo di lavoro di circa 40 persone. Di seguito i temi individuati.
Innanzitutto, il mondo del convenzionamento diretto: le motivazioni, i meccanismi e le criticità di questa scelta. È stata fatta una indagine per tracciare tutte le strutture convenzionate sul territorio ed è stato somministrato un questionario anonimo dal quale è emerso che:
- Il 75% è cosciente che questa scelta erode la propria redditività ma risulta inevitabile, dove ci sono molte industrie con CCNL associati a fondi integrativi, per non perdere una fetta significativa di pazienti storici.
- Il 50% dei convenzionati è socio ANDI e questo dato è pari al 18% del totale soci ANDI Emilia-Romagna.
- L’80 % pensa di continuare il convenzionamento.
- Il 50% afferma di guadagnare meno ma di mantenere una qualità accettabile, il 30% invece dice di scadere nella qualità per sopravvivere, il 20% ricorre all’overtreatment, sovrastima della patologia, indicazione di patologia inesistente.
Questi dati, come altri, impongono una seria riflessione e la ricerca di una operatività associativa che, in un qualche modo, modifichi queste gravi storture.
Altra problematica, quella del subentro generazionale sia in termini di sostenibilità attuativa che di percorso culturale di avvicinamento tra Senior e Junior; inoltre, si è predisposta la base per una contrattualistica tra titolari di studio e collaboratori. Si sono elaborate alcune proposte operative affinché ANDI si faccia parte attiva di un’azione di mediazione e promozione per facilitare il passaggio intergenerazionale.
Relativamente al mondo delle società di capitale e delle c.d., “catene”, al fine di individuare la distribuzione, la costituzione, gli attori che ne fanno parte ed eventuali strategie di contrasto sia sul territorio che a livello nazionale, si è fatta una mappatura tramite le camere di commercio ed il motore di ricerca “Gerico” su tutto il territorio regionale suddividendo i risultati per categorie. È emerso che una quota significativa di queste società (35%) ha caratteristiche tali da porre il forte sospetto di copertura di abusivismo professionale.
Infine, la problematica che riguarda la pubblicità, la comunicazione e l’informazione nei confronti dei cittadini. È stata fatta una revisione di tutta la legislazione in materia ed individuati gli argomenti chiave nonché i canali più adatti per veicolare il messaggio in funzione dei vari soggetti. In occasione del fallimento di alcune catene sul territorio (Modena dental, Dentix) è stata possibile, una sinergia con Federconsumatori, che ha portato alla stesura congiunta di un decalogo di consigli e di norme di prudenza per i pazienti che è stato pubblicato a più riprese sui quotidiani regionali, anche tramite lo sforzo economico del nostro dipartimento regionale. Sono stati approntati, inoltre, una serie di manifesti divulgativi per la popolazione estrapolando alcuni concetti chiave dal decalogo da usarsi nelle opportune sedi e attraverso i canali più adatti.
Buona parte dei contenuti, delle riflessioni e delle proposte operative conseguenti a questo lavoro hanno costituito parte integrante del contributo del nostro dipartimento al Congresso Politico Nazionale.