Prosegue con la seconda parte l’analisi Nomisma sulla situazione economica generale italiana, dopo la pubblicazione nei giorni scorsi della parte 1 (Vedi QUI)
Al momento lo scenario è caratterizzato da una ripresa economica che ha determinato il progressivo superamento degli schemi di sostegno al reddito. Accelera così il reddito disponibile e con esso i consumi, spinti anche dal superamento delle restrizioni alla mobilità. L’evoluzione è pressoché istantanea, vengono meno le restrizioni e l’attività riparte, ma con situazioni diverse. Il reddito disponibile, pur perdendo 733 milioni di euro, nel terzo trimestre si trova vicino ai livelli pre-covid (-0,3%). Non altrettanto i consumi che salgono del 5,4% tra il primo e il secondo trimestre del 2021, ma restano al di sotto dei livelli di fine 2019 di quasi il 6%, ovvero minori consumi per 15,7 miliardi di euro. Stabile invece il potere d’acquisto delle famiglie (+0,1% in nella prima metà del 2021), al di sotto dei valori pre-Covid di quasi 1 punto.
Parte dei nuovi consumi delle famiglie sono stati realizzati attraverso il ricorso a minori risparmi, che dopo l’estate vedono una riduzione sensibile del tasso di accantonamento.
A metà 2021 il tasso di risparmio delle famiglie, ovvero la quota di risparmi sul reddito disponibile, si colloca sul 12,9% tornando così sui livelli della primavera 2020 (13,1%), ma ben al di sopra di quello preCovid (8% in media nel 2019). Nello scenario economico delle famiglie ritorna una variabile dimenticata da tempo, l’inflazione, che segna negativamente l’andamento del potere d’acquisto. L’indice dei prezzi al consumo delle famiglie è passato infatti da +0,5% del periodo gennaio-marzo, a +2,1% tra luglio e settembre, fino a +2,9% ad ottobre.
Gli schemi di sostegno hanno pertanto contribuito alla tenuta del reddito disponibile, ma quel reddito non ha potuto garantire il potere d’acquisto, eroso dall’aumento dei prezzi. Ciò può rappresentare un freno ai consumi dei prossimi mesi, soprattutto se combinato con nuovi fattori che possono derivare da una recrudescenza della pandemia. Con la ripresa dell’attività economica e con il rilassamento delle restrizioni quella parte di risparmio generata dalla mancanza di opportunità di spesa è stata attivata velocemente e si è diretta principalmente verso i servizi. Si tratta del comparto che aveva maggiormente sofferto le restrizioni in vigore, i cui consumi erano stati erosi di quasi 1/3 del valore nel 2020 (-31%), ma che in occasione del secondo trimestre del 2021 segna un balzo del 45% rispetto allo stesso periodo del 2020, con un incremento continuato sino ad ottobre, ultimo mese disponibile.
Trovano pertanto conferma le indicazioni contenute nella relazione presentata in occasione di Expodental 2021, nella quale si anticipava l’intenzione degli italiani di spendere in servizi, in particolare per attività turistiche, culturali, per consumi fuoricasa, ovvero quelle attività più sacrificate con le restrizioni.
Al momento, se si guarda alla stretta congiuntura, l’Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) relativo alle spese per consumi al netto dei prezzi (comunque negativi nel periodo) indica ritmi sostenuti nei servizi, seppure altalenanti nel terzo trimestre, con una accelerazione a ottobre (21,4%). Più stabile l’andamento dei beni, sebbene in apparente ripresa dal +0,4% al +2%.
La dinamica degli spostamenti offre un’ulteriore conferma della ‘spesa per svago’ degli italiani, con il picco estivo della mobilità verso parchi, più in generale delle mete all’aria aperta (comprese spiagge e mete di montagna), con un’intensità anche più elevata rispetto al 2020, confermata con l’avvio dell’autunno, diversamente dall’anno precedente. Sebbene in misura meno marcata, anche la tendenza a recarsi verso luoghi dedicati al tempo libero (teatri, cinema, musei) e agli acquisti è tornata sopra i livelli pre-Covid, fatto non accaduto nell’anno precedente. Ancora, oramai stabilmente sopra i livelli i livelli preCovid la mobilità verso luoghi di acquisto o consumo alimentare.
Il 2021 potrebbe però segnare un raffreddamento della dinamica dei consumi in chiusura d’anno. Da fine ottobre si riduce sensibilmente la mobilità verso luoghi del retail e del tempo libero, così come quella verso luoghi all’aperto e di vacanza. Questa flessione si va ad aggiungere a quella già in corso dalla metà settembre per i luoghi del trasporto
pubblico (aeroporti, stazioni ferroviarie, ecc.), mentre tornano a intensificarsi gli spostamenti limitati alla prossimità dell’abitazione.
Unico trend in crescita a fine novembre è quello degli spostamenti verso luoghi di acquisito o consumo alimentare.