Solidarietà ai colleghi e a tutta la popolazione ucraina.
I dentisti di tutta Europa, rappresentati dal Consiglio Europeo dei Dentisti (CED) e dall’Ufficio Regionale Europeo della Federazione Internazionale Dentisti (ERO), stanno assistendo con rammarico e tristezza a quanto sta accadendo in Ucraina. Dopo più di settant’anni di pace, nessuno avrebbe immaginato di vedere una guerra di aggressione accendersi sul suolo europeo. Le immagini della popolazione civile di Kiev, costretta ad ammassarsi nei tunnel della metropolitana per cercare riparo dai bombardamenti, ci ricordano drammaticamente quanto fragile possa risultare la pace, anche una di lunga durata e data per autoevidente come quella che conoscono i cittadini dell’Unione: quanto essa costituisca un valore massimo, da proteggere.
L’attacco russo ha fatto tornare indietro l’orologio del tempo in maniera repentina. Torna la paura di un terzo conflitto mondiale, forse addirittura condotto con armi nucleari. In tutto il mondo, nelle strade delle città come nelle piazze virtuali dei social media, stiamo assistendo a manifestazioni di solidarietà senza pari verso il popolo ucraino, che si sta difendendo con onore per continuare ad essere un paese libero retto democraticamente, dimostrando un coraggio e una determinazione meritevoli di ammirazione da parte di tutti noi.
Le associazioni europee della professione odontoiatrica, unitamente alle associazioni nazionali europee e – nel caso di ERO – di altri paesi esterni all’Unione ma afferenti al progetto europeo, dichiarano piena solidarietà verso i nostri colleghi ucraini e, in generale, verso tutta la popolazione di questo paese percorso da una guerra incomprensibile. Molte delle associazioni nazionali si sono unite alla società civile nel supportare raccolte fondi e iniziative umanitarie. Ai dentisti europei quindi rivolgiamo questo appello: aiutate, come potete, l’interesse delle popolazioni che sono state toccate dai combattimenti.
Circa sei mesi fa, il ritiro delle truppe dall’Afghanistan ha causato mutamenti geopolitici e conseguenze umanitarie tristemente note a tutti i cittadini europei. In quella occasione, ANDI aveva sentito la necessità di proporre al CED l’apertura di un forum per discutere di questa emergenza, paventando tra l’altro la creazione di una task force permanente dedicata alle implicazioni sanitarie di questo processo globale. Mai avremmo immaginato che, in così poco tempo, la nostra richiesta potesse riguardare anche un contesto interno all’Europa,” ha commentato il dott. Ferruccio Berto, Vicepresidente Nazionale e Responsabile Commissione Esteri ANDI. “Al netto di qualsiasi ragionamento geopolitico o considerazione di merito, quello che sta succedendo in questo momento ci lascia affranti e amareggiati, andando ad aggiungersi ai tanti contesti internazionali all’interno dei quali, tristemente, la guerra ritorna o persevera. Abbiamo già contattato privatamente l’associazione nazionale ucraina, offrendo il nostro supporto alla presidente, la Prof.ssa Iryna Mazur, come precedentemente fatto con i colleghi afghani in esilio; ora, il compito resta quello di capire come venire incontro alle necessità di una nazione costretta alla fuga. Gli anni Venti del nuovo millennio si aprono con nuove sfide per la professione, sfide che fino ad un decennio fa non ci saremmo mai aspettati di veder maturare. Ribadire la nostra posizione di responsabilità nel mantenimento della salute e del benessere della persona – di tutte le persone, mossi da sentimenti di solidarietà umana verso le vittime innocenti di tutte le guerre: questa resta, per ANDI, l’unica via per superare questi terribili momenti.