Continua il conflitto in Ucraina; e continuano le manifestazioni di solidarietà da parte del mondo dell’Odontoiatria, a difesa delle vittime civili, di coloro che sono stati costretti a lasciare la propria vita alle spalle come di coloro che hanno deciso di restare, affrontando le incertezze di una guerra incomprensibile.
A seguito del comunicato ERO e CED anche FDI, Federazione Internazionale dei Dentisti, è scesa in campo per esprimere il proprio cordoglio e il pieno supporto alle popolazioni colpite dal conflitto. In un suo messaggio la Presidente, Prof.ssa Ihsane Ben Yahya, ha richiamato le parti in conflitto a risparmiare gli obiettivi civili e a preservare la sacralità delle strutture mediche ed assistenziali, ribadendo il principio della neutralità internazionalmente riconosciuta al personale medico e assistenziale nel rispetto del diritto fondamentale alla salute. L’escalation a cui stiamo assistendo in questi giorni sta passando ogni misura di proporzionalità: non possiamo permettere che strutture e personale medico e assistenziale diventino obiettivi militari. Soprattutto in momenti di violenza, l’accesso alle cure di emergenza per la popolazione civile deve essere preservato. Ostacolare questo processo contrasta apertamente con la Convenzione di Ginevra, nel suo testo e nel suo spirito, mettendo milioni di civili a rischio.
Agli appelli della Presidente Ben Yahya fa eco Katie Dean, Presidente dell’Associazione Internazionale per le Malattie Croniche Non Trasmissibili (NCD Alliance). In questo momento drammatico, il pensiero della Presidente si rivolge a quanti, tra gli Ucraini esuli o quelli rimasti in patria, convivano con questo tipo di patologie. Secondo i nostri dati, oltre 1000 strutture sanitarie ucraine si trovano nelle aree attualmente teatro di conflitti armati: alcune sono andate distrutte interamente o parzialmente, altre occupate, molte altre risultano sprovviste di dispositivi sanitari e medicinali di qualsiasi genere. Oltre a impedire l’accessibilità alle cure per i feriti, questa distruzione sta rendendo impossibile il trattamento di tutte quelle patologie (malattie oncologiche e cardiovascolari, diabete, malattie autoimmuni.) che richiedono una sorveglianza speciale. L’impatto sui 9 milioni di ucraini che attualmente convivono con malattie croniche temiamo sarà dunque catastrofico.
Assistiamo increduli ad un conflitto che, ci pare ormai evidente, non riesce a individuare gli estremi per concludersi con un accordo diplomatico, ma sembra anzi puntare verso un inasprimento costante della violenza – ha commentato Ferruccio Berto, Vicepresidente Nazionale e Responsabile Commissione Esteri ANDI -. In questi momenti drammatici, la via maestra rimane una sola: non abbandonarsi a sentimenti di sconforto e impotenza, ma aiutare come si può le vittime innocenti della guerra. ANDI, tramite Fondazione ANDI Onlus, ha attivato un servizio di raccolta fondi a supporto del popolo ucraino, che verrà devoluto interamente alle associazioni internazionali operanti all’interno del teatro di guerra. Invitiamo pertanto tutti gli associati a partecipare come potranno, nella convinzione che ogni atto, non importa quanto piccolo, possa costituire un passo verso il raggiungimento della pace.
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