“In qualsiasi situazione vi troviate, la caratura della vostra persona e il vostro valore nel mondo non dipendono da come vi comportate nei momenti felici o fortunati, ma di come sapete affrontare le avversità.” Con queste parole, la scorsa settimana, il presidente uscente della American Dental Association, Dr. Chad P. Gehani, ha inaugurato i lavori del congresso plenario della più grande associazione odontoiatrica americana, costretto dal COVID a tenersi in formato virtuale.
Negli Stati Uniti, colpiti duramente e ancora percorsi dalla pandemia di COVID-19, quello che in altri momenti potrebbe essere considerato come un richiamo di circostanza assume tutto un altro sapore: diventa una chiamata a raccolta della professione, un invito a guardare avanti nonostante le difficoltà. “Sono felice di poter stare qui, oggi, di fronte a voi, provando un enorme orgoglio per quello che la nostra professione ha fatto e continua a fare. Non si può negare come ADA, in tutti i suoi tre ordinamenti, abbia risposto all’emergenza come un sol uomo, continuando a lavorare per la salute e il benessere dei nostri associati e dei nostri pazienti.”
La presidenza Gehani verrà senza dubbio ricordata per gli interventi straordinari legati all’emergenza COVID: come la stesura repentina di linee guida d’emergenza, aggiornate progressivamente all’avanzare della pandemia, per guidare la professione in un momento di forte spaesamento; o la capacità di organizzare una linea di approvvigionamento privilegiata per camici e mascherine, contabili ormai in termini di milioni di pezzi. Parallelamente, il presidente uscente viene ricordato per il suo spirito pragmatico e innovatore, la sua sensibilità alle dinamiche di segregazione razziale interne alla professione, e l’idea dell’odontoiatria come una pratica unitaria, tenuta in vita da un compito specifico. “Io credo che ADA sia motivata da uno scopo ultimo: un implicito contratto sociale che ci porta ad aiutare, nel tempo del bisogno, i nostri simili. (…) Siamo una cosa sola. Siamo dentisti.”
Il 19 Ottobre, il voto dei membri ADA ha consegnato la presidenza a Daniel J. Klemmedson, M.D. Il 157° presidente della American Dental Association ha iniziato il suo mandato ricordando come la pandemia presenti, per l’odontoiatria, un’occasione preziosa. “La pandemia ha dimostrato senza ombra di dubbio il rapporto profondo che intercorre tra la nostra società e la macchina economica che la muove. (…) Il COVID-19 ha catalizzato un effetto a catena che ci ha ricordato quanto spiacevolmente fragile la nostra idea di un ritorno alla normalità possa essere. Il nostro obiettivo non può essere quello di un semplice ritorno alla normalità, se inteso come un ritorno al passato. La possibilità di migliorarci, guardando avanti, è chiaramente alla nostra portata.” Sempre, come ama dire nel suo inglese appena toccato da un accento dell’Arizona, sua terra natale, “getting involved, not standing on the sidelines”: dandosi da fare, e non stando seduti ai margini della storia.
“Con i suoi 152.000 membri, la American Dental Association rappresenta un punto di riferimento per l’odontoiatria di tutto il continente americano, e un partner importante nello scenario internazionale – commenta il Dott. Ferruccio Berto, Vicepresidente Nazionale e Capo Ufficio Esteri ANDI – A nome del Presidente ANDI, Dott. Carlo Ghirlanda, e del sottoscritto, le congratulazioni per il grande lavoro svolto al presidente uscente Dr Gehani, e i migliori auguri al neo eletto presidente Dr Klemmedson.”