Confprofessioni e l’Osservatorio delle Libere Professioni hanno pubblicato il “Rapporto sulle addizionali IRPEF” ovvero quelle imposte che tutte le persone fisiche che percepiscono redditi sottoposti all’IRPEF pagano dal 1° gennaio 1998, data nella quale entrò in vigore il DL n.446.
Si tratta di aliquote apparentemente molto modeste, al punto da risultare quasi invisibili nel contesto della tassazione globale, ma nella realtà dei fatti, non solo rappresentano un buon 10% dell’IRPEF complessiva ma, aspetto non trascurabile, rispetto al 14% di incremento che ha subito l’Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche nel decennio 2006/2016, le addizionali hanno registrato l’aumento medio spropositato di oltre l’82%. Entrando poi nel dettaglio, se l’addizionale regionale ha subito un aumento del 60%, nel medesimo periodo, quella comunale è arrivata alla crescita record del 181,9%.
Questi valori confermano come la percezione generale sulle addizionali le annoveri quale parte integrante di un’imposta complessiva (IRPEF) e non come ulteriori imposte autonome e contribuisca a renderle occulte agli occhi dei contribuenti, che difficilmente hanno evidente l’effettiva incidenza.
Esse riflettono lo stato di “asfissia” delle casse locali, vittime dei progressivi tagli operati dalla finanza pubblica, risultando un rimedio vantaggioso in termini di consenso, proprio in virtù della sua scarsa visibilità. In sintesi: se un ritocco all’IVA o all’IRPEF scatenerebbe una ridda di commenti e proteste, un incremento, magari anche significativo all’addizionale comunale o regionale, specie se in un contesto a “macchia di leopardo” continua a passare praticamente inosservato.
La situazione, così come fotografata nel 2016 (anno d’imposta ultimo per il quale sono disponibili dati aggiornati), di fatto è rimasta quasi inalterata fino a oggi, in funzione del blocco delle imposte locali operato per gli anni dal 2016 al 2018, rispetto a quelle in vigore nel 2015. Da ciò si può facilmente supporre un aumento, probabilmente sostanzioso, per l’anno di imposta 2019, quando regioni e comuni potranno rimettere mano a questi capitoli.
L’indagine di Confprofessioni e dell’Osservatorio delle Libere Professioni mira a mostrare l’andamento del prelievo fiscale da addizionali IRPEF nel recente quinquennio, evidenziando le politiche degli enti locali, elaborando così un superindice per misurare l’incidenza media delle addizionali sul territorio e soprattutto poter stimare il possibile incremento del relativo gettito previsto con lo sblocco disposto dalla legge di bilancio 2019.
L’analisi dovrà comunque tenere conto della molteplicità di variabili indipendenti dalle mere aliquote, quali esenzioni, scaglioni, livello reddituale di una determinata area, solo per citarne alcune. Ad esempio, le aree con un reddito medio più alto determineranno addizionali più elevate, mentre le soglie di esenzione sono diverse da comune a comune, mentre alcune amministrazioni locali non hanno ancora istituito l’addizionale comunale.