L’iniziativa dedicata alla prevenzione più longeva d’Italia riparte portando al centro dell’attenzione l’importanza della relazione medico odontoiatra-paziente.
I dati della ricerca commissionata dal Centro Studi ANDI ad Eumetra mostrano una fiducia ritrovata nei confronti del dentista e un alto livello di fidelizzazione.
Ripartire dalla centralità della relazione tra medico odontoiatra e paziente come strumento per alimentare l’attenzione nei confronti della prevenzione, supportandola e favorendola. Sarà questo il tema centrale del 42° Mese della Prevenzione Dentale, il più longevo programma di prevenzione – l’unico in tema di odontoiatria – attivo in Italia fin dal 1980 e frutto di una partnership consolidata tra ANDI – Associazione Nazionale Dentisti italiani e Mentadent (brand del gruppo Unilever).
Gli oltre 24 mesi di pandemia, hanno avuto un impatto negativo sulle abitudini degli italiani in termini di prevenzione e cure, anche in relazione alla salute orale, diluendo l’accesso agli studi odontoiatrici e di conseguenza “raffreddando” la relazione medico-paziente. Tuttavia, nel post-pandemia, come dimostrano i dati della ricerca Eumetra, commissionata dal Centro Studi ANDI[1], il dentista è la figura professionale che gode di maggiore fiducia (70%) dopo il medico specialista (79)%) e quasi alla pari con il medico di medicina generale (69%). Un dato che fa ben sperare, soprattutto se si considera che durante le prime fasi della pandemia un terzo circa degli italiani si è rivolto al proprio dentista solo per “urgenze” contro solo poco più di un quarto degli accessi per controlli di routine[2].
“La fotografia che la ricerca Eumetra ci restituisce evidenzia proprio l’importanza del tema della fiducia tra medico odontoiatra e paziente” – commenta Maria Grazia Cagetti, Professore Associato presso l’Università degli Studi di Milano, Direttore della Scuola di Specializzazione in Odontoiatria Pediatrica – “Un’esperienza positiva e piacevole è il fattore più importante e principale ai fini della scelta dello specialista, ancor più di fattori concreti e pratici legati ai costi o alla comodità nel raggiungere lo studio. Questo dimostra che non può esserci prevenzione senza relazione”.
Grazie ai suoi oltre 10 mila volontari, oltre un milione di visite e migliaia di consulenze, garantite dai medici odontoiatri ANDI, il Mese della Prevenzione Dentale vuole dunque riportare la relazione al cuore del concetto di prevenzione, puntando sulla forza del territorio e ribadendo l’importanza delle sinergie con medici di medicina generale e pediatri di base nell’ottica di una prevenzione a tutto tondo.
“Il Mese della Prevenzione Dentale è un’iniziativa unica nel suo genere – non solo per la sua longevità, ma anche per la sua costante attenzione all’evoluzione dei bisogni dei cittadini – spiega Carlo Ghirlanda, Presidente ANDI nazionale – “Crediamo nel potere della prevenzione da sempre, ma oggi più che mai – reduci da oltre due anni di pandemia – sappiamo che questa non può esistere senza sinergie, in primis con i medici di medicina generale e i pediatri di base che sono cruciali per creare un ponte con gli specialisti e con le istituzioni – sia nazionali che locali – affinché la prevenzione possa essere realmente capillare sul territorio”.
Negli ultimi anni, seguendo proprio l’evoluzione delle abitudini della popolazione, anche in tema di informazione e comunicazione, il Mese della Prevenzione Dentale ha lavorato proprio sulla prossimità, avvicinando il medico odontoiatra al paziente, anche attraverso l’uso dei social.
“Il Mese della Prevenzione Dentale ha sempre lavorato su due binari paralleli” – prosegue Luca Barzagli, Responsabile del MDPD edizione 2022 – “Da un lato il nostro impegno è fortemente volto ad aiutare la popolazione ad accedere più facilmente agli studi odontoiatrici, riducendo – ove presenti e ove possibili – le disuguaglianze sul territorio. Dall’altro, abbiamo sempre incoraggiato e supportato concretamente il medico odontoiatra affinché posso sempre più diventare una figura ‘vicina’ al paziente, anche attraverso la presenza sui social e l’uso di linguaggi più freschi e accattivanti”.
Ancora una volta, i dati dimostrano una maggiore attenzione ai temi della salute orale: l’atteggiamento verso la cura e l’estetica dei denti è decisamente più positivo e torna al livello pre lock down con il 78% degli intervistati che si dichiara disponibile a rinunciare ad altre spese pur di curare i dolori alla bocca, per risolvere problemi di masticazione (58%) o ancora per realizzare dei trattamenti estetici (16%).
Se i dati danno evidenza del fenomeno nel uso complesso, dai singoli specialisti arriva una dichiarazione d’intenti affinché relazione e prevenzione vengano coltivate nella pratica quotidiana.
“L’empatia è alla base del lavoro del medico odontoiatra” – spiega Marco Colombo, Direttore Scientifico ANDI – “La creazione di un rapporto di conoscenza e fiducia con il paziente, che si tratti di un adulto o di un bambino, è il presupposto necessario perché ci sia prevenzione continua e controlli cadenzati. Certamente, tra tutti gli specialisti, il dentista è quello che più spesso viene associato al dolore, ma questa è una visione sorpassata. Oggi l’odontoiatria si può avvalere di tecniche avanzate, innovative e soprattutto indolore. Inoltre, prevenzione significa proprio evitare di dover correre ai ripari. Iniziare precocemente i controlli e pianificarli con regolarità significa evitare interventi più invasivi e complessi. Compito dell’odontoiatra è anche quello di comunicare con il paziente e informarlo su tutti questi aspetti”.
La visione olistica della prevenzione è sempre stata uno dei cardini del Mese della Prevenzione Dentale che – anche nella sua 42a edizione – focalizza l’attenzione sulla salute della bocca come porta d’ingresso per un benessere a 360° della persona.
“Sono tre i pilastri che hanno guidato la nascita e l’evoluzione di questo progetto ormai storico” – conclude Cristiano Gallotta, Responsabile Oral Care Unilever Italia – “La convinzione che la prevenzione dentale sia la “madre” di tutte le prevenzioni, la più immediata, la più semplice, l’unica che si può iniziare e che ha senso imparare ad applicare sin da piccoli; l’importanza e il valore strategico delle sinergie e delle partnership – a vari livelli – con gli attori che sono coinvolti a vario titolo nella prevenzione: tra gli altri, il medico di medicina generale, i pediatri di base, le istituzioni locali che permettono quella vicinanza, quella presenza, quella prossimità territoriale senza la quale il progetto non potrebbe raggiungere l’intera popolazione sul territorio; e infine, la flessibilità e la capacità di interpretare i cambiamenti, di cogliere l’evoluzione dei bisogni, dei linguaggi, delle interazioni: il Mese della Prevenzione Dentale è oggi una delle più importanti e radicate iniziative italiane nell’ambito della prevenzione, uno strumento potente per diffondere questo messaggio e questa cultura perché ha saputo evolversi e raccogliere nuove sfide. Siamo fortemente motivati a continuare a farlo e di poter proseguire in questo percorso al fianco di ANDI ancora a lungo”.