Quella del dentista è una professione che nell’immaginario collettivo è spesso collegata ad un grande benessere economico e ad una vita molto attiva piena di tempo libero da dedicare ad hobby e viaggi.
Abbiamo chiesto al campione della nostra indagine in che modo fosse ripartito il proprio tempo disponibile tra attività lavorativa, tempo dedicato alla famiglia e quello invece destinato ad amici e tempo libero. I risultati raccolti indicano che la professione occupa più del 50% del tempo totale a disposizione del dentista, con un valore medio del 52,8%, a fronte di circa un 40% dedicato alla famiglia, con un valore medio del 38,1% e poco meno del 10% ad amici e tempo libero, con una media del 9,1%. Interessante l’analisi stratiforme dei risultati ottenuti.
Quelli che dedicano maggior tempo al lavoro sono i dentisti che operano sia come titolari sia come collaboratori, con un valore medio registrato del 55,9% e quelli che risiedono nelle regioni del nord, con valore medio 54,5% nelle regioni del nord-est e 53,6% nelle regioni del nord-ovest. Rispetto alla media, riescono a passare più tempo in famiglia i titolari esclusivi, con il 39,3% del tempo disponibile ed i colleghi che risiedono al sud o nelle isole, con una media del 39,6%. Infine, dedicano ad amici e tempo libero più tempo rispetto alla media i colleghi collaboratori esclusivi, con media del 10,7% e dunque anche quelli delle fasce generazionali più giovani, con media del 13,2%.
Passando all’analisi del dettaglio del 53% del tempo passato in studio, possiamo dire che nel 2020, anno della pandemia, sono state 7,1 le ore mediamente dedicate alla giornata lavorativa, a differenza di 7,4 nel 2019. Il 72,2% di questo tempo è stato dedicato alle attività operative della componente strettamente clinica alla poltrona, il 15,2% alle attività di gestione e tecnica operativa, ovvero valutazione di tac e radiografia, analisi di piani terapeutici, rapporti con odontotecnici, altri consulenti o dipendenti per la gestione dello studio. Il 12,6% del tempo, invece, per i rapporti con i pazienti, ovvero colloqui diretti in studio, telefonate e-mail. Sono stati 55, invece, i minuti impegnati per l’applicazione dei protocolli anti-Covid, con la sanificazione di apparecchiature e strumenti e per la vestizione. 35 minuti, infine, i minuti al giorno per far fronte alle incombenze burocratiche.
Luigi Russo Centro Studi ANDI