Nel Lazio le vaccinazioni al comparto odontoiatrico proseguono con difficoltà e nelle province di Latina e Rieti la somministrazione per il personale di studio è ancora ferma. Problematica che crea anche incertezza rispetto alla decisione di proporsi come vaccinatori su base volontaria. Il Dott. Davide Leone, Presidente ANDI Latina, spiega: “Nella provincia di Latina il problema evidente è relativo alle vaccinazioni del personale di studio, ASO e segreteria. Come ANDI abbiamo insistito con la Asl competente affinché venga soddisfatta questa richiesta, ma ci hanno risposto che sul piano vaccinale regionale la qualifica dell’assistente non è prevista, mentre è prevista la qualifica del dipendente del medico di medicina generale. Specifico che le igieniste si stanno vaccinando, così come gli Odontoiatri, per i quali l’adesione è stata positiva.
Rispetto alla proposta di renderci disponibili come vaccinatori volontari, io personalmente sono contrario a farlo negli studi odontoiatrici, perché ci sono troppi risvolti medico-legali e complicazioni in caso ci fossero delle problematiche. Situazione diversa, ovviamente, nel caso in cui ciò avvenga presso le strutture organizzate dalla Asl, scenario per il quale siamo disponibili. Da chiarire l’aspetto assicurativo, che va compreso in modo dettagliato, anche per questo motivo c’è ancora qualche incertezza sull’idea di proporci come vaccinatori volontari”.
Alle sue parole si aggiunge il Dott. Maurizio Ciaramelletti, Presidente ANDI Rieti, che evidenzia uno scenario simile: “Come ANDI ci siamo immediatamente attivati a dicembre, perché la Regione Lazio non ci aveva inserito nella fase vaccinale 1, dimenticando gli Odontoiatri. Abbiamo insistito, di concerto con la CAO provinciale, ed il 29 dicembre siamo stati inseriti. Successivamente, con notevoli difficoltà le vaccinazioni sono iniziate ed al momento sono in fase conclusiva per quanto concerne gli Odontoiatri, mentre siamo nuovamente in contrasto con l’Asl provinciale rispetto alla vaccinazione del personale di studio. La dirigenza della Asl provinciale ci ha detto che la responsabilità è della Regione, mentre quest’ultima aveva comunque deliberato il giorno 29 dicembre che tutti, odontoiatri e personale di studio, eravamo in fase 1, quindi nella realtà le Asl provinciali avrebbero dovuto provvedere in questo modo. C’è sicuramente una mancanza di vaccini che potrebbe aver determinato queste incongruenze, ma lo studio odontoiatrico senza l’assistente non può funzionare e queste vaccinazioni sono assolutamente necessarie. Al momento, secondo le indicazioni della Asl, il personale di studio dovrebbe attenersi alla campagna vaccinale in base alla fascia d’età e la maggior parte di loro è relativamente giovane, quindi queste vaccinazioni andrebbero molto in avanti nel tempo. Il problema, sul fronte vaccinale, è che ogni singola Asl provinciale procede secondo propri criteri e, nelle regioni più grandi, questo può creare disparità in ambito regionale.
Relativamente all’idea di proporci come vaccinatori volontari, ci mettiamo a disposizione, ma vorremmo che almeno terminassero le vaccinazioni per il personale di studio. Da parte nostra c’è sicuramente una totale apertura, anche se ritengo che un’eventuale azione volontaria a supporto della campagna vaccinale debba avvenire fuori dagli studi odontoiatrici”.