Il Segretario sindacale ANDI Catania, Agatino Di Stefano, esprime un’analisi sull’importanza per la professione odontoiatrica, specialmente per i più giovani, di una innovazione al passo con i tempi.
L’innovazione è la leva più forte per rimanere ancorati a un modello professionale che si è dimostrato vincente e nel quale si conferma una crescita in termini di qualità e fiducia percepita dai cittadini e dai pazienti. Ma non bisogna dimenticare che innovare significa trasformare le proprie conoscenze. Analisti e osservatori si sono soffermati sull’impatto che lo sviluppo delle nuove tecnologie sta avendo su quasi tutti i settori della nostra vita. La crescente compenetrazione tra mondo fisico, digitale e biologico ha infatti spianato la strada a cambiamenti che hanno stravolto ogni aspetto del quotidiano.
Sono trascorsi ormai dieci anni da quando questo framework di riferimento è stato definito con il concetto di quarta rivoluzione industriale (anche nota come 4IR o Industria 4.0) e solo chi ha saputo anticipare il cambiamento ne sta misurando i risultati. Oggi si parla dei tre pilastri della società contemporanea , quelli che potrebbero essere definiti i traini del cambiamento: la transizione digitale, la transizione verde e circolare, la transizione sociale ed economica.
Dunque una buona gestione del cambiamento è fondamentale per affrontare l’era delle grandi transizioni. La relazione presentata dal nostro Presidente all’ultimo Consiglio nazionale offre spunti di riflessione su temi molto importanti e traccia percorsi chiari ,che invitano all’unità e a compiere azioni precise e determinate, ma allo stesso tempo responsabili e prudenti vista la grande responsabilità che impone una visione di lungo termine.
E allora dunque , la ricerca di una unione di intenti, favorita dalla chiarificazione sulle competenze nelle attribuzioni centrali e territoriali, non può che non essere la migliore strada da seguire. Obiettivo unico è certamente catalizzare le migliori competenze interne per ottenere i massimi risultati, siano essi relativi ad un ambito di interesse prettamente legato a incrementare risorse economiche associative, quelle risorse necessarie a sostenere il cambiamento, che in termini di sviluppo del nostro comparto sanitario. Ovvero si rende necessaria una prova di maturità, e ciò diventa persino un dovere al cospetto delle riforme interne approvate, ma sopratutto nei confronti della storia della nostra associazione e del destino delle generazioni future.
E’ bene ricordare che il mondo occidentale oggi si confronta ricercando soluzioni all’indebolimento del sindacato e che c’è in atto una ricerca costante di soluzioni condivise rispetto a proposte di studiosi di diritto del lavoro e di ricercatori specializzati in tema di sviluppo sociale . Essi invitano tutti i leader delle organizzazioni sindacali a porsi interrogativi sul futuro della rappresentanza, e non in senso ideale ma individuando responsabilità storiche specifiche e indicando le priorità programmatiche odierne di cui i corpi intermedi intenderanno farsi carico, per una ridefinizione di contesto sociale futuro sostenibile.
In un clima di necessaria ricerca di nuovi modelli di sviluppo, si dibatte dunque sulle criticità del mondo odierno, e si formulano proposte di nuove e più moderne tutele del lavoro, di nuovi strumenti formativi per i lavoratori, di flessibilità organizzativa, di potenziamento della bilateralità, di benessere organizzativo, di incrementi di welfare contrattuale, di come l’intelligenza artificiale cambierà abitudini, mansioni lavorative,orari di lavoro e persino comportamenti umani, nonché del ruolo politico futuro del sindacato.
Ebbene la sensazione è che proprio in questa fase, in questo momento storico che il nostro Presidente ha
definito di “tempesta perfetta”, che le relazioni sindacali sono tornate ad essere centrali e generative, soprattutto laddove si affrontano temi di sviluppo, di crescita sociale, di diritti e di tutele della salute e del benessere del cittadino.
Rassicurano i buoni rapporti e il dialogo con la politica, e il vivace dibattito interno ad una realtà associativa, la nostra, in costante rinnovamento, può e deve rappresentare esclusivamente espressione di un grande potenziale. Ma ciò che offre maggiore speranza per il futuro è certamente il riconosciuto ruolo dei nostri vertici e di ANDI da parte delle istituzioni e dei ministeri competenti, tuttavia forse andrebbe maggiormente stimolato il senso di appartenenza.
Quel senso di appartenza che può rivelarsi fondamentale nel tracciare percorsi di discontinuità, espressione e motore di cambiamento che, a volte, genera destabilizzazione, incertezza e quel naturale
sentimento di timore per l’ignoto. Utilizzerò una citazione fatta recentemente dal Presidente di ENPAM per rassicurare circa il fatto che l’intelligenza artificiale certamente non spazzerà via i medici: “per giungere a ciò che non sai, devi passare per dove non sai” come diceva San Giovanni della Croce.
Oggi dunque è fondamentale guardare le cose non per come sono ma per come potrebbero essere. L’ascolto e la nostra proverbiale apertura all’innovazione professionale oggi più di ieri devono prevalere e questo non significa perdere quel naturale senso critico che ci ha permesso di arrivare ai grandi risultati raggiunti, ma semplicemente di aprirsi al possibile.
L’ecosostenibilità delle cure odontoiatriche, ad esempio, rappresenta una grande sfida del presente, ma che potrà offrire, e lo sta già facendo anche grazie ad ANDI, inedite e profique opportunità future. E il futuro sappiamo bene dipende da ciò che facciamo oggi. Il futuro è nelle mani di chi saprà tenere alto il lato umano, e questo significa anche esprimerlo nella professione e nell’impegno verso le comunità in cui si vive. Ma innovazione è innanzitutto innovazione di se stessi.
L’innovazione intesa come crescita del singolo spiega meglio di qualsiasi altro concetto l’importanza della
gestione delle risorse umane nei luoghi di lavoro. Ogni professionista, ogni lavoratore è chiamato costantemente a rinnovarsi per stare al passo con l’evoluzione del mercato e della società nel suo complesso.
Sono certo che il futuro, tengo a ricordarlo soprattutto ai giovani, sarà pieno di straordinarie opportunità, ma è fondamentale rivolgere il massimo impegno e anticipare il cambiamento, per poterle cogliere. ANDI ha tutti gli strumenti e le competenze necessarie per disegnare un futuro possibile e l’apertura alle Società scientifiche con il Congresso nazionale ANDI con i Giovani organizzato congiuntamente al Congresso italiano della Digital Dentistry Society è prova tangibile di tale visione.
E allora teniamo a mente che le transizioni possono essere governate, basta semplicemente ricordare che rappresentano una evoluzione naturale della coscienza dell’uomo.