Il responsabile del progetto Giovani per ANDI Molise, Vittorio Piedimonte, affronta le tematiche dibattute nel corso del recente evento di Napoli.
Il ricambio generazionale come la salvaguardia del patrimonio fisico ed immateriale degli studio odontoiatrici è sicuramente una questione complessa e, come ha sottolineato il Presidente AISO, Pietro Giambò, i neolaureati che non sono figli d’arte o non dispongono di grandi risorse, spesso vanno a lavorare come collaboratori presso le c.d. catene low cost, svendendo
la propria professionalità pur di raggiungere mensilmente un risultato economico. Con il tempo si perde l’ambizione alla titolarità di studio, spaventati dall’impegno economico, burocratico e di responsabilità necessario, rimanendo a fare i consulenti a vita presso quella o altra catena.
In questo modo si perde la capillarità degli ambulatori odontoiatrici, con tutti i vantaggi che ne derivano.
In Italia, come si evince anche da una indagine del Centro Studi ANDI realizzato in collaborazione con Nomisma, i pazienti ripongono una grande fiducia verso il proprio dentista. Una fiducia che non è mai stata sottomessa al mero interesse economico che regola il mondo dell’odontoiatria commerciale.
Soluzioni possibili alla questione Andi le ha già individuate: sicuramente la creazione di STP tra colleghi giovani e anziani e strumenti di facilitazione del confronto tra chi intende acquisire uno studio professionale preesistente e chi lo cede, oltre ad un più semplice accesso al credito per attrezzature ed immobili.
Sono auspicabili anche sinergie tra la libera professione e il SSN, insieme a formule integrative, come ANDI sta facendo attraverso FAS, tali da consentire maggiore accesso alle cure, particolarmente per i cittadini con maggiore fragilità economica.
Soluzioni che arrivino a preservare il valore dell’attuale paradigma libero professionale, garantendo una buona salute orale ai cittadini.