Risponde la Presidente di ANDI Roma Dott.ssa Sabrina Santaniello
Qual’è stata l’evoluzione del ruolo dell’Odontoiatra in questi ultimi 12 mesi di pandemia?
La pandemia Covid 19 ancora in corso, il lockdown del 2020 e la conseguente crisi economica hanno portato nuovamente alla luce l’importanza della prevenzione e, in particolare, della mancata possibilità di accesso alle cure comprese quelle odontoiatriche da parte della popolazione. In questo peculiare periodo storico è apparso quindi ancor più evidente il ruolo fondamentale svolto dagli Odontoiatri nel soddisfare i bisogni di cure e riabilitazioni orali che non sono contemplate nell’assistenza sanitaria pubblica ( SSN).
Le cure dentali, infatti, sono di primaria importanza per la salute, come dimostrato dai vari DPCM che si sono susseguiti nelle diverse fasi della pandemia. La nostra attività professionale non e’ mai stata interrotta, in quanto le prestazioni che eroghiamo sono considerate ‘’essenziali”. Gli studi odontoiatrici sono strutture medico sanitarie, nelle quali il Dentista fa la diagnosi, intercetta patologie e somministra cure anche attraverso la prescrizione e l’utilizzo di farmaci. Questo presuppone da parte dell’Odontoiatra un’approfondita conoscenza del prodotto impiegato, dei suoi effetti, delle condizioni cliniche del paziente e delle possibili interferenze. Infine, grazie al rapporto fiduciario con il paziente, il Dentista svolge nella sua attività quotidiana anche un importante ruolo nel sociale come ‘’sentinella del territorio’’ intercettando precocemente dalle patologie oncologiche ai segnali di violenza.
Ciò nonostante l’Odontoiatra oggi è ancora troppo spesso percepito, nell’immaginario collettivo, come un professionista di ambito sanitario, molto distante dall’essere associato alla figura del medico, categoria alla quale a tutti gli effetti appartiene. Anzi, il comune cittadino ancora confonde frequentemente il ruolo dell’Odontoiatra con quello dell’Odontotecnico. Eppure, proprio durante l’epidemia e sin dall’inizio, gli Odontoiatri sono stati protagonisti sul territorio per sostenere i bisogni di salute della popolazione italiana in virtù delle loro competenze tra le quali figurano in primis: diagnosi di primo livello; esecuzione del test COVID-19; triage; trattamento delle emergenze, la somministrazioni di anestesia locale, di ossigeno e di iniettabili, compresi i vaccini. Tra le prescrizioni di farmaci figurano anche quelli per il trattamento di patologie non odontoiatriche, macorrelate, anche in modo indiretto al piano di cura. A questo proposito e’ anche utile ricordare che la legge istitutiva della professione odontoiatrica, DL 409/85, in particolare all’articolo 2, recita che gli Odontoiatri possono prescrivere tutti i medicamenti necessari all’esercizio della professione. Per questo motivo e’ sempre utile ed opportuno per il laureato in Odontoiatria, così come per ogni operatore sanitario, documentare adeguatamente le evenienze che hanno condotto a prescrizioni apparentemente estranee alla professione, come il conseguimento di specifiche e comprovate competenze (es: iter formativi, corsi di aggiornamento, di BLS o BLSD, esperienze cliniche e/o di reparto ecc.).
Quindi l’Odontoiatra è a tutti gli effetti un medico?
Certamente. Sono infatti proprio la diagnosi e la cura, compresa la prescrizione e somministrazione di farmaci, che ci consentono di affermare senza alcun dubbio che l’Odontoiatra è di fatto un ‘medico’, seppur con competenze territoriali diverse e distinte da quelle dal ‘medico chirurgo’ (con cui si intende il laureato in Medicina e Chirurgia) soprattutto oggi, dal momento che ‘dottore’ è un appellativo con cui ci si rivolge a chiunque abbia conseguito una laurea in qualsiasi corso universitario triennale o magistrale. E’ indiscutibile che in un prossimo futuro l’Odontoiatria sarà esercitata in modo esclusivo solo dai laureati in Odontoiatria e protesi dentaria. Occorre quindi ribadire con forza l’appropriatezza e la liceità della definizione di medico-odontoiatra, una figura professionale che attraverso la prevenzione, la diagnosi e la cura del cittadino svolge un importante servizio per la salute pubblica.
E’ importante anche ricordare che il Ministero della Salute, nel 2018, ha autorizzato l’utilizzo della dizione di Medico Odontoiatra per gli iscritti all’Albo degli Odontoiatri. Credo sia un passo avanti verso l’equiparazione delle due professioni anche dal punto di vista della formazione universitaria, con la possibilità per entrambe le carriere di studi di integrare i crediti formativi universitari, visto che ora tutti e due i percorsi (Laurea in medicina e Chirurgia e Laurea in Odontoiatria e protesi dentaria) hanno una durata di sei anni. E’ bene far sapere anche ai più giovani che l’Odontoiatria nasce come specialità della medicina, risulta quindi davvero anacronistico mettere in discussione ancora oggi la liceità dell’utilizzo del termine ‘medico’ accanto a quello di ‘odontoiatra’.