L’emergenza Covid ha avuto un impatto di proporzioni ancora non calcolabili sulla categoria professionale medica. L’Enpam ha approvato alcune misure come il rinvio delle ultime rate 2019 e Quota A 2020.
Esistono due opzioni, ce le può illustrare?
Entro il 15 ottobre gli iscritti devono decidere se pagare tutto entro l’anno oppure rateizzare fino al 2022. Con l’opzione breve si paga metà del dovuto entro il 30 novembre e l’altra metà entro il 31 dicembre. Solo chi aveva scelto il pagamento in unica soluzione tramite domiciliazione bancaria avrà l’addebito il 30 novembre. L’opzione breve è assegnata per default, per cui chi la sceglie in realtà non deve fare nulla.
L’opzione lunga invece è riservata a chi ha avuto un calo del fatturato almeno del 33 per cento o ai neoiscritti e va richiesta entro il 15 ottobre attraverso una specifica domanda che si trova nell’area riservata del sito dell’Enpam. In questo caso la Quota A 2020 si paga così: 25 per cento entro il 30 novembre 2020, un altro 25 per cento entro il 31 dicembre, 25 per cento spalmato sulle rate della Quota A 2021 e l’ultimo 25 per cento su quelle del 2022. Chi deve ancora saldare le ultime due rate della Quota B 2019 ne pagherà il 25 per cento entro il 30 novembre, 25 per cento entro il 31 dicembre di quest’anno, 25 per cento entro il 30 giugno 2021 e il restante 25 per cento entro il 30 giugno 2022. Questa seconda opzione, il rinvio lungo, è comunque soggetta all’approvazione ministeriale.
Cosa accade invece per la Quota B di quest’anno?
Le scadenze per la Quota B 2020 (sui redditi 2019) restano confermate. In ogni caso, già con le regole in vigore, gli iscritti che scelgono la domiciliazione bancaria possono pagare fino a cinque rate o, in alternativa, usando la carta di credito convenzionata Enpam si può dilazionare il pagamento fino a 12 rate mensili, ma proprio in questi giorni stiamo lavorando con l’istituto emittente, la Banca popolare di Sondrio, per migliorare le condizioni e offrire rateazioni più lunghe. Il pagamento con carta di credito offre inoltre un grande vantaggio: si sfrutta subito tutta la deducibilità fiscale, perché indipendentemente da quando si rimborsano le rate alla banca, i contributi previdenziali risultano pagati subito. Dunque si possono scaricare dalle tasse immediatamente.
Nel 2019 Enpam ha deciso di investire in un fondo, denominato “Casa delle professioni”, destinato alle casse di previdenza e assistenza dei professionisti italiani. Di che progetto si tratta?
Partiamo da alcuni dati di fatto. Innanzitutto, oggi i giovani under 30 hanno redditi inferiori anche del 70% rispetto ai colleghi di 60 anni. E poi, i professionisti avranno sempre bisogno del contatto col pubblico e il lavoro da remoto non è adatto agli studi professionali.
Proprio per rispondere a questa situazione, il progetto prevede l’acquisto di strutture da destinare a coworking per professionisti, in sostanza studi in affitto a prezzi calmierati e con il sostegno degli enti previdenziali di categoria. L’interesse è per edifici che possano rispettare i più elevati standard di sostenibilità e che offrano nuove soluzioni di co-working, nel rispetto di un’equa distribuzione geografica da Nord a Sud: gli obiettivi prioritari sono Milano, Roma, Torino, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Cagliari e Catania.
Il traguardo finale è costruire degli hub di facile accesso ai professionisti che consentano la collaborazione fra loro, la connessione con territorio e imprese e la possibilità di fruire di servizi di sostegno allo sviluppo professionale.