“Nei limiti delle competenze legislative regionali, con questa legge si introducono strumenti, da un lato, per garantire che la Regione, le società controllate e gli enti strumentali riconoscano compensi equi ai professionisti; dall’altro per assicurare al professionista di ricevere il pagamento delle spettanze a pena di sospensione del procedimento amministrativo che ha richiesto la prestazione del professionista. Vengono inoltre negate le autorizzazioni a chi non paga il progettista”. Ha dichiarato la presidente della IX Commissione consiliare, Eleonora Mattia, al termine della votazione che ha visto licenziare la proposta di legge n.69 su “disposizioni in materia di equo compenso e tutela delle prestazioni professionali
“La legge regionale sull’equo compenso rappresenta una conquista per tutti i professionisti, ordinisti e associativi, che finalmente vedranno riconosciuto il diritto a percepire un compenso parametrato alla qualità e alla quantità della prestazione professionale – Conferma il Presidente di Confprofessioni Lazio Andrea Dili, auspicando –che serva anche da stimolo al Governo centrale, per intervenire su una norma che giace da oltre un anno inattuata”.
La legge detta disposizioni necessarie per la promozione e la valorizzazione delle attività professionali, nonché per il contrasto dell’evasione fiscale, riconoscendo il diritto dei professionisti all’equo compenso, tutelando le prestazioni rese dagli stessi… recita l’articolo 1 e rappresenta un importante punto di ripartenza per la libera professione che ha visto un lento e progressivo calo della propria marginalità. Al contrario, negli ultimi anni, la mole degli adempimenti è cresciuta senza sosta, complicando ulteriormente i bilanci degli studi professionali, già indeboliti dalla sfavorevole congiuntura economica.