Il Dott. Paolo Dall’Aglio, Presidente di ANDI Parma, osserva come nella fase più recente ci sia stato un peggioramento dell’attenzione nei confronti della prevenzione della salute orale, ma non esclusivamente a causa della pandemia da COVID-19. È necessario fare prevenzione nelle scuole ed intervenire sulle generazioni più giovani.
“Per quanto concerne il Mese della Prevenzione, personalmente aderisco ogni anno ma vedo, purtroppo, che la risposta è sempre più scarsa. Spesso, chi approfitta di questa iniziativa cerca esclusivamente di sfruttare la visita gratuita ma non avvia poi un rapporto di cura continuativo. Più in generale, sul tema della prevenzione ritengo che la situazione sia piuttosto variabile. Vedo alcune situazioni che sono purtroppo peggiorate negli ultimi anni e, in particolare, nell’ultimo anno a causa della pandemia da COVID. Non tutti i pazienti sono stati attenti alla prevenzione, rispetto a mantenimento e controllo, e non solo per la particolare situazione storica che stiamo vivendo. Generalmente, chi era già attento, continua a esserlo, mentre altri hanno sicuramente peggiorato il loro approccio.”
Quali potrebbero essere le iniziative da attuare per sensibilizzare maggiormente i pazienti?
“Non credo sia semplice migliorare l’attenzione sul tema della prevenzione. Bisognerebbe innanzitutto far capire alle persone che è più conveniente prevenire piuttosto che dover curare, perché spesso vedo pazienti con situazioni molto avanzate o pazienti restii a fare indagini di controllo.
Sul tema della prevenzione potrebbe essere d’aiuto continuare ad entrare nelle scuole, intensificando la presenza. Purtroppo, non vedo molto riscontro nei più giovani, mentre vedevo più attenzione da parte dei loro genitori: trovo che molti ragazzi siano più impegnati ad osservare lo schermo di uno smartphone piuttosto che lo specchio mentre si lavano i denti. È anche diventato più difficile sensibilizzare i pazienti con materiale divulgativo in studio perché, a causa del COVID, non è più possibile farlo. Dunque, assume ancora più importanza, oggi e nel prossimo futuro, la comunicazione via mail, social e il periodico ricontatto telefonico.
Sicuramente è più facile per il collega più giovane che è già abituato a questo approccio, mentre per un collega che è più avanti con gli anni, come me, ad esempio, è più difficile. Voglio ricordare che l’idea di una comunicazione social fatta in modo professionale sia molto valida e possa fungere da contrasto alle informazioni, spesso scorrette o addirittura false che si vedono online, influenzando negativamente i pazienti, che poi arrivano in studio con idee errate in relazione alle specifiche cure personali da effettuare.
Anche per questo può essere utile il supporto offerto da ANDI con il progetto Facebook Professional”.