A seguito dell’attuale situazione economica generale che ha colpito il Paese e quindi anche la professione odontoiatrica, ed anche a seguito delle nuove incombenze legate all’Ecm (Educazione continua in medicina), l’ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) – la maggiore e più autorevole associazione di odontoiatri con oltre 22 mila iscritti – ha trasmesso al professor Gianpiero Brunello, presidente e amministratore delegato della Sose (Società per gli studi di settore), la richiesta di revisione dello studio di settore Uk21U: non possono essere penalizzati – sostiene l’ANDI – coloro che indicano in modo corretto i dati richiesti dallo studio di settore, anche se questi risultano non congrui. La grave crisi economica, infatti, che ha generato la sensibile diminuzione delle visite odontoiatriche soprattutto da parte dei ceti meno abbienti, che in molti casi rinunciano ad andare dal dentista, va a sommarsi ai cambiamenti riguardanti la professione, come l’obbligo dell’Educazione Continua in Medicina, obbligo posto ora anche per i liberi professionisti odontoiatri, a seguito dell’approvazione della legge Finanziaria 2008. L’ANDI teme che, se gli studi di settore non verranno rivisti, possano verificarsi ulteriori danni per tutto il comparto dentale (studi, dipendenti, odontotecnici, industria, eccetera), che occupa oltre 200.000 addetti.
Roma, 7 novembre 2008