Dopo i servizi “promozionali” andanti in onda su Striscia la Notizia a favore del turismo odontoiatrico in Croazia il Presidente Nazionale di ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) Gianfranco Prada spiega perché, prima di rivolgersi all’estero per le cure odontoiatriche, è meglio considerare i tanti aspetti, soprattutto negativi, che la scelta comporta. Dopo alcuni anni in cui, favorito dall’interesse mediatico che il turismo odontoiatrico aveva creato, un certo numero di cittadini (per lo più i residenti nelle zone di confine con Slovenia e Croazia) si è recato all’estero per le cure, oggi il turismo odontoiatrico sta cominciando ad essere visto con diffidenza dagli italiani. Un sondaggio del maggio scorso condotto dall’istituto di ricerca Ispo, per conto di ANDI, ha evidenziato che solo il 4% degli italiani si è rivolto all’estero per effettuare cure odontoiatriche e tra questi la metà di loro non lo rifarebbe, mentre l’81% degli italiani non è disposto a farlo e solo il 15%, pur non avendolo mai fatto, lo prenderebbe in esame.
La gente ha capito che non solo non si risparmia – considerando gli spostamenti necessari per questi viaggi della speranza, i soggiorni, il disagio – ma soprattutto non ha senso affrontare queste cure per via degli insuccessi ottenuti.
Prevalentemente ci si reca all’estero per interventi di implantologia il cui successo è legato al rispetto dei tempi clinici e ai materiali utilizzati. La necessità di curare i pazienti in tempi molto brevi e di contenere i costi ha prodotto, a distanza di anni, gravi problemi di salute odontoiatrica, tra i quali il rigetto degli impianti con la conseguente perdita di tutto il lavoro protesico, costringendo tanti pazienti alla dentiera. E inoltre in questi casi i pazienti, di fatto, non possono rivalersi sul dentista straniero in quanto dovrebbero attivare una causa per ottenere il risarcimento nel Paese dove si sono recati per le cure. Anche la “garanzia” italiana promessa da alcuni di questi tour operator che organizzano i viaggi non vale nulla. Spesso i dentisti italiani che dovrebbero risolvere i problemi creati dai colleghi esteri non lo fanno per non diventare responsabili legalmente dei danni provocati.
Poi ci sono i problemi rispetto alle norme igienico-sanitarie, evidenziate anche in una recente ricerca del Codacons. Quelle a cui i dentisti italiani devono sottostare sono tra le più garantiste per il paziente degli Stati europei. Ma il problema non riguarda solo le norme igieniche: spesso infatti per il paziente italiano è difficile capire sia il tipo di cura che il dentista straniero gli propone, sia se quello che lo cura è un vero dentista abilitato. Ci si fida sempre del tour operator che sarà probabilmente bravo a scegliere il viaggio ed il soggiorno migliore, ma difficilmente ha le competenze necessarie per indicare il dentista più competente a curare le disfunzioni del singolo.
Certo, le prestazioni in alcuni Paesi esteri costano meno che in Italia, come costa meno un soggiorno in hotel o una cena. Il motivo? La fiscalità diversa, il costo del lavoro diverso, il costo del materiale diverso. Ma si può scegliere da chi farsi curare con lo stesso sistema con cui si scegli dove fare la vacanza? La salute orale è un bene fondamentale che va tutelato.
Il comparto odontoiatrico italiano è composto da oltre 200.000 professionisti che operano nel pieno rispetto di regole certe e garanzie di qualità, con tassazione che supera il 60% dei redditi; non è proprio corretto paragonare i costi italiani con quelli stranieri.