“I medici e i professionisti sanitari sono stati mandati in prima linea senza le dotazioni indispensabili, e il decreto legge Cura Italia li considera al massimo da tutelare in ‘ultima istanza’. L’ultimo atto uscito dal Governo, malgrado l’impegno di alcuni rappresentanti politici, è uno schiaffo a chi sta mettendo a rischio la propria vita per arginare la pandemia”. È questo il commento di Alberto Oliveti, presidente dell’ente previdenziale dei medici e degli odontoiatri (Enpam) e dell’associazione delle casse dei professionisti (Adepp).Mentre agli autonomi e ai professionisti iscritti all’Inps il decreto legge Cura Italia ha assegnato 600 euro già per il mese di marzo, per tutti gli altri iscritti a Ordini e collegi (compresi medici, odontoiatri e sanitari liberi professionisti e convenzionati), è stato istituito un ‘Fondo per il reddito di ultima istanza’, con una dotazione pro-capite molto inferiore e con tempi, criteri e modalità di attribuzione lasciati all’incertezza. [La norma è quella contenuta nell’articolo 43 del decreto legge esaminato dal Consiglio dei ministri il 16 marzo].
“I professionisti sconteranno inoltre una discriminazione fiscale visto che dovranno pagare le imposte sui sussidi ricevuti dalle Casse, mentre le indennità che saranno distribuite dall’Inps saranno esentasse”, aggiunge Oliveti.
“Il colmo è che non solo ci vengono negati gli stessi diritti riconosciuti a tutti gli altri contribuenti, ma addirittura agli Enti previdenziali dei professionisti viene impedito di utilizzare risorse proprie per fronteggiare l’emergenza – lamenta il presidente dell’Adepp –. Al Governo avevamo infatti chiesto di poter impiegare una parte delle nostre riserve che eccedono i requisiti di legge per aiutare gli iscritti in questo momento di necessità, ma non abbiamo avuto risposta”.
“Sembra che lo Stato consideri il patrimonio delle Casse intoccabile solo dai legittimi proprietari, mentre è toccabilissimo quando si tratta di sottoporlo a tassazione – aggiunge Oliveti –. Solo l’Enpam l’anno scorso ha pagato 180 milioni di euro di imposte sul proprio patrimonio. E ci vengono a dire che ai sanitari in prima linea non possiamo dare nemmeno una frazione di questi importi?”.
Fonte: www.enpam.it