Il Nomenclatore e Tariffario ANDI 2009, presentato sabato 20 dicembre durante il Consiglio nazionale ANDI svoltosi a Roma, sarà presto distribuito a tutti gli associati. A proposito della pubblicazione avvenuta in questi giorni del primo Nomenclatore realizzato dalla Cao (Commissione Albo Odontoiatri) nazionale, il presidente Callioni commenta: “Non capisco la scelta della Cao nazionale e l’utilità di pubblicare, un anno dopo il nostro, un Nomenclatore, privo di tariffario, e con le voci relative alla descrizione delle prestazioni pressochè identiche a quelle elaborate da ANDI. La cosa positiva è che, non differendo da quanto la Commissione ANDI incaricata di redigere il Nomenclatore ha prodotto, quello pubblicato dalla Cao non rischia di portare confusione sia tra gli operatori del settore, ma soprattutto verso i pazienti, col pericolo di peggiorare quella trasparenza comunicativa che con il Nomenclatore ANDI abbiamo voluto migliorare”.
L’ANDI ha deciso di non rivedere il Tariffario indicativo delle prestazioni odontoiatriche rispetto a quello diffuso lo scorso anno. “La decisione - spiega il segretario sindacaleGianfranco Prada – è stata presa sulla base di un sondaggio dal quale è emerso che la maggioranza dei colleghi non aumenterà nel 2009 le tariffe delle prestazioni odontoiatriche, dimostrando particolare sensibilità all’attuale grave situazione di crisi economica di una larga fascia di popolazione”.
“Il Nomenclatore e Tariffario ANDI - aggiunge Callioni - vuole con coraggio e concretezza ricercare quel rapporto fiduciario tra dentista e paziente, troppo spesso minato dai messaggi mediatici che dipingono la nostra professione come corporativa e concentrata solo a mantenere le posizioni acquisite. In un momento di grave crisi economica come quella che stiamo vivendo - conclude Callioni - che sta penalizzando particolarmente i nostri pazienti, quelli che appartengono al ceto medio, uno strumento come quello da noi realizzato lo scorso anno ed oggi aggiornato, rimane uno dei pochi atti concreti per cominciare a creare quella alleanza terapeutica con il paziente tanto decantata da molti ma sostanzialmente disattesa”.