“Così come strutturato il servizio alimenta ancora una volta disinformazione rispetto ad una professione esercitata prevalentemente in modo privatistico nel nostro Paese, anche tenuto conto delle gravi difficoltà del servizio pubblico a dare una giusta risposta alle necessità della popolazione e che ha consentito di raggiungere un grado di salute orale tra i più elevati nel mondo occidentale.
Proprio perché trattasi di esercizio libero professionale, è più che giustificato il fatto che, come emerso dal servizio mandato in onda, variegati siano stati i preventivi di spesa per la riabilitazione protesica e l’ablazione del tartaro, che tengono evidentemente anche conto dei costi gestionali dei singoli studi.
Assolutamente scorretto risulta invece – continua Callioni – paragonare le tariffe praticate in ambito di Servizio sanitario nazionale con quelle praticate presso gli studi libero-professionali coinvolti nel servizio.
Infatti il cittadino-paziente esborsa in termini di ticket una cifra che rappresenta solamente una parte di quanto l’Asl o l’azienda ospedaliera sopporta realmente in termini di costi e che al contrario viene “pagata” dall’intera collettività. Tale impostazione di analisi dei problemi riguarda peraltro tutte le discipline mediche. Se il costo di un bypass coronarico effettuato presso una struttura privata può aggirarsi intorno ai 50.000 euro comprensivo di degenza, per lo stesso tipo di intervento effettuato presso una struttura pubblica il cittadino-paziente arriva a sborsare solamente qualche centinaia di euro perché anche in questo caso la differenza viene pagata dalla collettività”.