Editoriale del Presidente
In questo numero di Andinforma l’editoriale del Presidente, Carlo Ghirlanda è rappresentato dal testo integrale della sua relazione all’Assemblea Nazionale dei Delegati ANDI, che si è tenuta in via telematica sabato 25 ottobre 2020.
PREMESSA:
Cari colleghi,
questa Assemblea si svolge in condizioni ben diverse da quelle che tutti avremmo voluto condividere: la pandemia da Coronavirus, che così duramente ha già colpito il nostro Paese e nuovamente si ripresenta minacciosa, ci costringe ad essere ancora fra noi “fisicamente” distanti e non ci permette di vivere questa nostra riunione così importante con quella passione che solo la partecipazione in presenza può stabilire e che storicamente ha sempre caratterizzato le Assemblee ANDI.
Vi chiedo, prima di iniziare la lettura della mia relazione di Presidente nazionale ANDI, di poter riservare un breve raccoglimento per le vittime e i sofferenti x tale pandemia e di riservare poi un applauso alla nostra categoria che anche nei momenti più difficili ha sempre compiuto il proprio dovere.
Grazie.
È compito di tutti, primariamente di noi Odontoiatri e Medici, agire per contribuire a prevenire il COVID 19. Vi chiedo pertanto di continuare ad osservare scrupolosamente le misure di precauzione e di prevenzione a tutti note, e di non trascurare mai di motivare tutti noi, i nostri familiari e tutte le persone con le quali veniamo in contatto al seguire le tre regole base: distanziamento; mascherina; lavaggio delle mani.
Siamo oggi riuniti per l’approvazione del bilancio economico consuntivo 2019 e preventivo 2020 di ANDI NAZIONALE.
Questo è il tema odierno: i numeri sono positivi, la gestione dell’associazione è esemplare e le relazioni del Tesoriere Nazionale dott. Di Maggio e dei Revisori dei conti lo comunicheranno con la consueta competenza e trasparenza.
Il bilancio, Vi segnalo, è già stato presentato in marzo al CdR, dal quale è stato approvato alla unanimità.
È prassi che in occasione della annuale assemblea di bilancio il Presidente nazionale ANDI presenti una relazione nella quale sintetizzi e commenti i risultati degli interventi svolti nel periodo considerato, che nel caso specifico è l’anno 2019. In questa occasione, così diversa, così eccezionale, così lontana dai normali periodi di svolgimento, ritengo tuttavia essere utile non solamente una riflessione su quanto realizzato in ANDI nello scorso anno, ma anche un necessario accenno su quanto sta avvenendo e i percorsi futuri.
A dicembre 2019, in occasione del Consiglio nazionale ANDI, iniziavo la mia relazione descrivendo col termine “siamo in una situazione fluida” lo stato dei lavori di ANDI Nazionale a fine 2019: tante attività in svolgimento, tutte rivolte a conseguire gli obbiettivi che questo Esecutivo ha posti come traguardi del mandato nazionale assunto avendo come riferimento il programma elettorale della proposta della nostra lista risultata vincente nella assemblea elettorale nazionale 2018. Tanto lavoro, tanto movimento, tante sensazioni positive, ma oggettiva necessità di attesa per consentire lo sviluppo dei percorsi avviati e tentare di conseguire i risultati auspicati.
Iniziammo il 2019 con un governo giallo verde, con il quale avevamo in pochi mesi con successo prodotto la legge sulla pubblicità sanitaria, insieme alle nuove regole per la direzione sanitaria delle strutture odontoiatriche.
A metà anno quel governo fu poi sostituito da un Esecutivo giallo rosso: cambiati i riferimenti politici, si trattava di iniziare una nuova relazione con la nuova compagine governativa ed i nuovi equilibri parlamentari.
Abbiamo lavorato avendo sempre a riferimento 3 elementi:
- la pragmaticità e la sobrietà, mista alla continua osservazione del contesto economico e sociale all’interno del quale ci troviamo ad agire;
- la vicinanza ai territori e ai bisogni degli associati e della associazione;
- la costanza nell’impegno in rappresentanza della nostra professione.
Con il nuovo Esecutivo di governo e le autorità del Ministero della Salute ci siamo confrontati su molti argomenti.
Prioritariamente abbiamo richiesto ed ottenuto, grazie al nostro continuo pressing sui tanti responsabili di questo profilo, la riapertura della conferenza dei servizi per modificare il DPCM ASO, con molti mesi di anticipo rispetto al termine delle disposizioni transitorie dettate dal DPCM del 2018 istitutivo per quella figura.
Dovevamo superare i tanti problemi presenti in quel testo di legge, che avrebbero determinato SIA licenziamenti per moltissime delle nostre assistenti di studio, laddove prive della qualifica contrattuale di assistente alla poltrona, CHE contenziosi nei confronti di noi datori di lavoro.
Il nuovo decreto, ormai alle fasi finali del suo percorso, ha radicalmente cambiato il testo del DPCM, andando incontro alle nostre richieste. MI auguro quindi che quanto prima sia varato il nuovo testo con la conferma delle modifiche che abbiamo perorato.
Legata strettamente all’esito della nuova disciplina ASO è la figura del CSO e della sua formazione: il nostro intento finale è quello di creare profili in grado di condividere, con le opportune caratteristiche, il lavoro in assistenza, in segreteria e in amministrazione nello studio odontoiatrico, a supporto del nostro operato e per assistere al meglio il nostro paziente.
Con il Ministro della Salute, il Parlamento e le commissioni sanità di Senato e Camera abbiamo ripreso il confronto sul problema dell’esercizio dell’attività odontoiatrica in forma societaria, una questione per noi basilare e sempre più scottante sia per il proseguirsi degli scandali e delle cronache dei fallimenti di numerose catene, sia per gli effetti di sbandamento che l’articolo 153 dello sconsiderato DDL concorrenza del 2017 ha determinato fra i cittadini, bersagliati da pubblicità e scontistica selvaggia da parte di franchising, low cost e catene.
Un particolare spazio per la risoluzione di questo problema lo abbiamo dedicato nel corso dell’incontro da poco tempo avuto con il Ministro Speranza, che ha condiviso il nostro allarme in questa direzione promettendoci un impegno verso una nuova determinazione.
Partecipazione e consenso sullo stesso tema lo abbiamo ottenuto anche dai maggiori rappresentanti dei diritti dei cittadini, ed in particolare da Federconsumatori, che sostiene e collabora con convinzione con ANDI per la ricerca di soluzioni normative in grado di proteggere il singolo cittadino dalle difficoltà che già più volte queste organizzazioni imprenditoriali hanno creato ai pazienti coinvolti nelle loro vicissitudini imprenditoriali.
Il Ministro Speranza ha inoltre richiesto a noi rappresentanti odontoiatrici una riflessione da parte del nostro settore relativamente alla riorganizzazione del SSN, un progetto che Egli ha in animo di definire anche in campo odontoiatrico utilizzando una quota parte delle risorse che proverranno dall’Europa. A lui abbiamo sin dall’inizio fatto presente che la estesa diffusione di studi sul territorio è legata alle specificità proprie delle patologie odontoiatriche, e che solo con il mantenimento della prerogativa di un modello di offerta odontoiatrica diffuso sul territorio è possibile sostenere con successo i bisogni di cura e prevenzione oro dentale della popolazione italiana.
Con il Ministro Speranza abbiamo condiviso la reciproca necessità di una costante interlocuzione ma nel frattempo a noi ora spetta l’onere di valutare le possibili soluzioni alla richiesta che dal Ministro ci è pervenuta. Un primo incontro per lo scambio delle reciproche considerazioni è avvenuto fra gli esecutivi nazionali ANDI, i rappresentanti nazionali CAO, il coordinatore della specialistica odontoiatrica SUMAI. Si è trattato di un semplice scambio di opinioni, ma è stato utile per iniziare un ragionamento.
Con il Ministero della Salute ci siamo interfacciati più volte per tanti ulteriori argomenti, sia per quanto previsto nel percorso legislativo per il recepimento da parte dello Stato italiano per la Direttiva europea Euratom (poi divenuta la legge di Stato 101 nell’agosto 2020) così come per la Direttiva Europea sui Medical devices, poi rinviata al 2021 a causa del lockdown, sia per le attività del GTO e del CTS.
Abbiamo costantemente mantenuto rapporti di collaborazione leale e costruttiva con CAO Nazionale e la cabina di regia. Un particolare saluto voglio rivolgere al Presidente Nazionale Dott. Raffaele Iandolo per la continua volontà di confronto, analisi e di progetto che ha caratterizzato i nostri incontri di questi mesi; un rallentamento nei rapporti è invece maturato negli ultimi mesi nei confronti della altra associazione di categoria, in conseguenza di una serie di loro atteggiamenti e posizioni politiche che ci hanno imposto una pausa di riflessione nella relazione.
I rapporti con i sindacati medici sono buoni. Lo sono in particolare con FIMMG, i colleghi medici di famiglia, insieme ai quali stiamo sostenendo il valore pubblico della medicina di prossimità o di territorio, nella quale il modello tradizionale di assistenza odontoiatrica rappresenta una quota parte fondamentale, vista la diffusione degli studi dentistici in Italia, anche nella ipotesi di una ventilata revisione delle logiche di strutturazione del SSN.
Ringrazio l’amico segretario nazionale FIMMG Dott. Silvestro Scotti per la manifesta considerazione per il nostro settore e per ANDI. Ancora solo qualche giorno fa ANDI è stata pubblicamente presentata nel corso del congresso FIMMG come associazione non solamente esempio di supporto e di solidarietà nei confronti dei medici di famiglia nella fase del lockdown, ma contemporaneamente, e di fronte al Ministro Speranza e al Commissario Arcuri, come esempio di competenze di grande rilievo sia in campo clinico, ma soprattutto progettuale extraclinico.
Sindacalmente molto importante è stato il rapporto con CONFPROFESSIONI. Le battaglie sull’equo compenso, sulla riforma del fisco e sul riconoscimento dei diritti e le tutele dei professionisti rappresentano temi e volontà di impegno politico comuni a Confprofessione e ANDI, costantemente ed insieme ribaditi.
Il profilo del CSO creato nel CCNL di Confprofessioni è stato il grimaldello che ci ha consentito il recupero della situazione ASO.
Il rapporto con il Presidente nazionale di Confprofessioni Dott. Gaetano Stella è molto collaborativo e Vi comunico che ANDI siederà nuovamente nella giunta nazionale nel corso del prossimo mandato consiliare.
A ciò si aggiungano le considerazioni funzionali del rapporto con Confprofessioni: nel 2019, tramite Ebipro, sono state erogate cospicue risorse per facilitare la formazione continua dei nostri dipendenti sul tema della privacy GDPR. Prossimamente editeremo i nuovi corsi ANDI dedicati alla formazione e al rinnovo dei ruoli di RSPP e RSL, sempre con il supporto economico di EBIPRO.
Con FONDOPROFESSIONI abbiamo sviluppato corsi di formazione per le quali sono state destinate risorse esclusivamente dedicate al personale di studio odontoiatrico.
Si tratta di attività di scopo, che hanno l’obbiettivo di recuperare le risorse economiche che come datori di lavoro mensilmente versiamo in busta paga per il nostro personale di studio per riappropriarcene, finalizzandole verso il territorio con lo scopo di incentivarne e premiarne le attività. Avevamo così indicato nel nostro programma elettorale e lo stiamo realizzando.
Non solo: Cadiprof ha sviluppato nuove opportunità di welfare dedicate ai professionisti datori di lavoro. Sono attività di nostro diretto interesse perché potrebbero presto prevedere una sinergia con FAS.
Con FIDIPROF, utilizzando la convenzione sottoscritta ad inizio mandato da ANDI con IGEA BANCA, abbiamo erogato credito bancario a favore dei colleghi che hanno ritenuto opportuno avvalersi di tale opzione: 15 milioni di Euro messi quest’anno a disposizione degli associati ANDI senza alcuna richiesta di fidejussione personale. Centinaia sono stati i colleghi che si sono avvalsi di questa opportunità.
Con Fondazione ENPAM abbiamo rapporti strettissimi. Le recenti elezioni e la grande affermazione conseguita hanno confermato la fiducia dei colleghi nella nostra rappresentanza in ENPAM: essa, già cospicua nel precedente CdA, oggi si è ulteriormente arricchita con un ruolo conferito ad un Odontoiatra fra i revisori dei conti.
Molti sono i dirigenti ANDI presenti negli Enti che fanno riferimento ad ENPAM (CdA; ERE; SALUTE MIA; FONDO SALUTE; FONDO INTEGRATIVO SANITARIO ENPAM).
L’obbiettivo della nostra partecipazione è tutelare e rinforzare la nostra previdenza, rendendola più sostenibile per gli iscritti e maggiormente remunerativa, ed allo stesso tempo implementare gli interventi di assistenza e di welfare riservati agli iscritti all’Ente.
Dobbiamo tuttavia riuscire a trasferire ai nostri associati una maggiore conoscenza e fiducia sia riguardo alla previdenza obbligatoria che a quella complementare, voci di grande importanza nella vita di un professionista.
I limiti di intervento imposti dalle leggi e dai Ministeri vigilanti nella gestione di patrimoni così ingenti impongono infatti una peculiare attenzione delle regole, che sono tante e molto specifiche: sono indicatori di sicurezza e di tutela, che vengono spesso invece recepiti dagli iscritti come posizioni avverse, e per tale motivo da combattere.
Dobbiamo quindi tutti lavorare sulla “cultura della previdenza”, approfondirla e diffonderla. Abbiamo pertanto avviato un approfondimento in tale direzione sul sito di ANDI con la rubrica “Conoscere ENPAM” e lavoreremo a questo obbiettivo perché tutti possano avere la giusta conoscenza e considerazione di ENPAM e del suo significato sociale ed economico per la nostra categoria, soprattutto nelle età caratterizzate da fragilità.
Abbiamo continuato il confronto con Agenzia delle Entrate relativamente agli indici ISA, per modificare i contenuti dei parametri a noi riferiti rispetto ai loro profili precedenti. Avete tutti preso nota delle prime differenze fra i modelli ISA 2018 e il BK21U, frutto di un serrato confronto svolto fra la nostra delegazione e gli uffici competenti.
Dai lavori del Centro Studi abbiamo inoltre ricavato certezza della piena coerenza delle nostre dichiarazioni reddituali rispetto ai consumi odontoiatrici delle famiglie italiane definiti da ISTAT: un dato che rinforza la coerenza delle nostre affermazioni nel tavolo di confronto con AE.
Un dato in particolare: siamo riusciti a separare il reddito dei professionisti da quello delle imprese odontoiatriche.
Questo sarà un dato molto utile, sia nei confronti della AE per il futuro sviluppo del sistema ISA, sia nei confronti dei decisori politici, con i quali stiamo sostenendo la necessità di riforma delle regole dell’esercizio di attività odontoiatrica in forma societaria.
Il problema della sostenibilità dei costi per le terapie odontoiatriche per il cittadino è una questione che dobbiamo ben tenere presente. La richiesta proveniente dal Ministro Speranza in questa direzione è stata chiara.
Si tratta di un argomento da considerare come primario, e dobbiamo essere noi a ipotizzare le soluzioni: non possiamo concedere che altri possano farlo al nostro posto.
Con questa convinzione nel corso del 2019 abbiamo caldeggiato e quindi avviato il confronto con alcuni dei maggiori providers assicurativi di sanità integrativa per valutare la fattibilità di un diverso metodo ed uso delle risorse impiegate in odontoiatria da parte dei Fondi sanitari integrativi, sollecitando contemporaneamente intese per nuove soluzioni di tipo assicurativo per supportare la spesa odontoiatrica per i cittadini non inseriti in piani di welfare aziendale.
Tre le costanti condizioni base per queste trattative:
- libera scelta del dentista curante da parte del cittadino;
- nessun condizionamento né regolamentare né economico nel rapporto diretto medico-paziente;
- premialità per i cittadini aderenti al progetto.
Lo scopo è sostenere il cittadino paziente nella sua capacità di spesa odontoiatrica e nello stesso tempo incrementare il lavoro negli studi dentistici, sulla base dei presupposti ora citati, mai prima di oggi riconosciuti e considerati legittimi da alcuna controparte assicurativa.
Condizioni che segnano un punto di svolta nel percorso verso una odontoiatria economicamente più sostenibile, direttamente coordinato dalla professione, nella contemporanea logica di tutela della salute del cittadino e del tema “Obiettivo lavoro”, che è il costante riferimento di ogni nostra attività associativa.
Nel corso del 2019 abbiamo assiduamente lavorato nelle commissioni e nei gruppi di lavoro (ognuno dei componenti delle quali ringrazio) per i tanti argomenti per i quali l’Esecutivo nazionale ha ritenuto opportuno richiedere ai colleghi coinvolti di approfondire temi, sollecitare dibattiti interni, rivalutare punti di vista, aggiornare i documenti esistenti, immaginare e scrivere il cambiamento di quanto ritenuto oramai anacronistico.
Tanti sono stati gli argomenti studiati: la riforma dello statuto, del regolamento, del codice etico; la sanità integrativa e la questione convenzioni; la sicurezza sul lavoro; la previdenza obbligatoria; le necessità dei giovani colleghi; le politiche di genere; la comunicazione.
Le commissioni permanenti sindacali e culturali si sono regolarmente riunite per l’esame degli argomenti di loro competenza. I risultati dei lavori di queste commissioni costituiscono la spina dorsale delle attività di ANDI.
Ringrazio ognuno dei loro coordinatori e componenti per quanto è stato finora realizzato, ed invito tutti a proseguire con la stessa qualità e solerzia di lavoro.
Mi è nota la richiesta di maggiore condivisione dei temi e delle informazioni sindacali rispetto a quanto siamo stati finora in grado di assicurare: so per certo che il problema è già stato affrontato e che le soluzioni per soddisfare questa richiesta sono state già approntate per essere messe in opera.
Sono certo che esse saranno in grado di soddisfare il desiderio di partecipazione espresso dalle componenti che hanno manifestato questa richiesta: ANDI appartiene a tutti noi e questo Esecutivo ancora oggi ribadisce la sua assoluta volontà di dialogo e di collaborazione con ogni parte dell’associazione.
Il problema dei giovani Odontoiatri ci coinvolge in modo completo: noi colleghi più avanti negli anni abbiamo avuto più favorevoli opportunità di sviluppo della nostra professione, in un mondo diverso, generalmente più semplice, ed in situazioni economiche più favorevoli.
Non possiamo esimerci dalle responsabilità di soluzioni e di concreto sostegno verso i giovani Odontoiatri. Noi vogliamo sostenerli: sarà il nostro lascito generazionale.
A loro abbiamo in questi mesi dedicato tanto impegno.
Con il programma ANDI per i GIOVANI (e ringrazio Sabrina Santaniello, Andrea Senna e tutti i coordinatori provinciali del progetto per il loro instancabile lavoro di reclutamento e motivazione) abbiamo provveduto:
- a garantire opportunità di formazione culturale continua, perché tale richiesta (grazie a Virginio Bobba, Marco Colombo e Massimo Fuzzi) rappresenta una fra le loro più sentite necessità;
- abbiamo mantenuto la tradizione editoriale avviata da Massimo Gaggero stampando il libro sulla ATM loro riservato;
- abbiamo istituito il congresso nazionale annuale ANDI PER I GIOVANI;
- abbiamo provveduto a garantire soluzioni economiche concrete (e da diversi di loro già utilizzate) per tutte le esigenze personali e professionali, compreso il subentro;
- ad organizzare sessioni sindacali loro specificamente dedicate;
- a catalizzare incontri e discussioni in chat, per approfondire fra loro e con loro i problemi della loro generazione di professionisti.
Abbiamo voluto coinvolgerli nelle attività e nelle dinamiche di politica professionale nazionale, nelle quali sin dall’inizio del nostro mandato li abbiamo voluti presenti e attivi partecipanti.
In BRAIN abbiamo creato la sezione dedicata alle opportunità di incontro fra offerte e richieste di lavoro.
Abbiamo patrocinato la soluzione del loro inserimento nel sistema sanitario nazionale, con la modifica dell’atto di convenzione della medicina specialistica ambulatoriale, documento nel quale erano stati inizialmente esclusi.
Abbiamo condiviso e sostenuto il disegno di legge della laurea abilitante in Odontoiatria.
È vero: non abbiamo ancora affrontato il problema dei contratti di lavoro con le attività di odontoiatria commerciale, come da molti colleghi giovani richiestoci.
Non è stata una nostra dimenticanza ma una precisa scelta ideologica: quelle attività non possono continuare a lavorare come finora hanno esercitato. Affronteremo quindi la questione del contratto di lavoro solamente quando sarà finalmente legislativamente modificato il loro impianto di esercizio.
Ai giovani colleghi chiedo tuttavia di comprendere che la vita del libero professionista è una continua prova di forza: con se stessi, con i propri familiari, con il mercato e i competitors.
Per vincerla serve cultura, visione, volontà, determinazione, sacrificio, rinuncia e dedizione. Sacrificio e capacità di adattamento. Ma se si detengono questi valori il futuro è vostro: prendetelo. Noi vi aiuteremo.
Nel 2019 è andato on line BRAIN: una delle maggiori ricchezze di ANDI, un mezzo oggi da tutti ritenuto utilissimo seppur dopo qualche iniziale scetticismo.
BRAIN oggi si sta ulteriormente sviluppando e nei prossimi mesi contribuirà in maniera ancora più determinante a facilitare tutte le nostre attività associative.
Ma non solo: BRAIN sta preparando le basi per una rivoluzione nel rapporto relazionale con il paziente. Essa sarà il centro delle nuove prossime attività di BRAIN e sono certo che chiunque di noi apprezzerà quanto sarà presentato nel corso del 2021.
Quanto accaduto con BRAIN è tuttavia da tenere ad esempio. Quanta perplessità all’inizio.
Questa associazione deve avere il coraggio di cambiare per crescere: con la giusta prudenza, ma ANDI non ha né deve avere paura di affrontare i cambiamenti.
Il confronto, lo studio ed il lavoro nell’Esecutivo nazionale sono determinanti per sostenere tutte queste attività. In campo sindacale, culturale, nella gestione organizzativa curata dal segretario e nel coordinamento delle risorse proprio del compito del tesoriere nazionale, nell’ambito delle deleghe ai vicepresidenti nazionali (FAS; MdP; Esteri; confederale; privacy) i miei amici e colleghi dell’Esecutivo nazionale si sono costantemente prodigati e con grande profitto. Sono orgoglioso di questa squadra e di questi colleghi e li ringrazio per il lavoro finora svolto insieme.
Alle attività di ANDI nazionale si devono associare quelle di ANDI PROGETTI; di ANDI SERVIZI; di ANDI MEDIA; di ANDI IMMOBILIARE; di ORIS BROKER; dell’UFFICIO ESTERI; di FONDAZIONE ANDI ONLUS; di FONDAZIONE ANDI SALUTE; di FONDAZIONE RETE ANDI; del CENTRO STUDI ANDI; di SISOPD: ognuna di queste realtà ha valore primario per ANDI, ha prodotto iniziative, progetti e risultati che hanno portato tanta visibilità e stima, non solo per ANDI ma per la intera categoria.
Il loro lavoro è parte integrante della politica di ANDI.
A tutti i colleghi responsabili e a quelli coinvolti nei lavori di queste sigle, nonché al direttore generale Testa, a tutte le persone che svolgono quotidianamente il loro lavoro negli uffici di Roma e Milano, ai tanti consulenti che collaborano con loro e con ANDI per lo svolgimento e la gestione di ogni attività associativa, rivolgo il ringraziamento dell’Esecutivo nazionale, dell’Associazione intera e mio personale.
A fine 2019 il numero degli iscritti ad ANDI era pari a 26413 associati.
Il merito di questo successo di adesioni è stato di Voi tutti i dirigenti regionali e provinciali ANDI, che avete costantemente prodotto sul territorio quel preziosissimo e fondamentale lavoro che ha portato questa associazione ad assumere quell’amplissimo collettivo riconoscimento, poi addirittura migliorato nel 2020 raggiungendo ad oggi 26600 associati.
Sono dati che ci permettono di affermare di essere definitivamente riconosciuti come IL riferimento sindacale nazionale della nostra professione.
Come Esecutivo nazionale abbiamo voluto sostenere le Vostre attività tramite ogni mezzo a nostra disposizione:
- ridistribuendo parte delle quote di pertinenza nazionale;
- accentrando alcuni servizi di consulenza per non gravare di costi il territorio;
- sostenendo a livello nazionale le spese legali per vertenze amministrative regionali e provinciali;
- amplificando sul territorio la presenza di ANDI con comunicazioni sindacali, culturali e presenza sui media.
- creando opportunità economiche legate allo svolgimento di attività di sezione sia di tipo culturale che sindacale.
La passione e la fiducia per ANDI sono cresciute: grazie, state lavorando molto e bene. E che il lavoro sia apprezzato è un dato ulteriormente avvalorato da quanto accaduto in questi mesi.
In epoca preCOVID 19 le sezioni provinciali ANDI erano così vigili rispetto ai bisogni del territorio, preparate e organizzate, da essere subito reattive anche nel momento della pandemia da Coronavirus: la risposta di ANDI è stata ovunque considerata come immediata, responsabile, concreta, solidale.
Una presenza forte, palpabile, da tutti fortemente apprezzata e riconosciuta: ANDI, sia in termini collettivi che individuali, è stata un compagno indispensabile, non solo per noi Odontoiatri ma anche per tutti gli operatori del settore, i medici di famiglia, le strutture ospedaliere, le ASL, i cittadini.
Siamo stati un esempio di capacità, volontà di fare, di solidarietà: un grande complimento a tutti noi.
Ma la pandemia ha creato nuovi problemi: ha determinato insicurezze, non solo nella popolazione ma anche fra noi Odontoiatri e i nostri lavoratori.
Abbiamo singola consapevolezza delle difficoltà, economiche, psicologiche, lavorative, di tanti colleghi; abbiamo letto e sentito le reazioni di una parte della professione che, in epoca lockdown, si presentava impaurita, priva di conoscenze adeguate, bisognosa di interventi concreti di sostegno.
Posta di fronte a queste nuove situazioni ANDI ha ancora una volta di più reagito: lo abbiamo fatto nella misura in cui ci era possibile farlo e ad ogni livello di intervento. Abbiamo trovato soluzioni reali, non ci siamo persi nella demagogia, ci siamo adoperati per aiutare tutti i nostri associati ed in particolare chi fra loro ci ha richiesto uno specifico aiuto.
Siamo stati istituzionali, seri, responsabili, di parola, non abbiamo ceduto a derive populiste in un momento nel quale sarebbe stato facile coagulare facilmente consensi. Siamo stati un vero compagno di viaggio e ci è stato riconosciuto.
Ma non ci possiamo compiacere: non è stile di questa associazione. Dobbiamo continuare a vedere, riflettere, capire e agire. I dati provenienti dal Centro Studi ci indicano che a causa della crisi economica determinata dal COVID 19, si produrrà una flessione del fatturato per cure odontoiatriche prevista per il 2020 di circa 8-10 %.
Le previsioni economiche per il nostro Paese per gli anni futuri, con le difficoltà già annunciate in molti settori lavorativi sia per i titolari che per i lavoratori, evidenziano elevata possibilità che questa flessione possa confermarsi anche per il futuro se non addirittura con dati peggiori.
È quindi indifferibile, e nostro, il compito di dirigere la professione verso un modello di studio odontoiatrico più funzionale ed efficiente rispetto alla complessiva sfida socio-economica da COVID 19.
Concetti quali aggregazione professionale, associazionismo, subentro generazionale, solidarietà professionale devono passare dallo stato di parole a quello di progetto concreto e perseguibile. È una responsabilità concreta: insieme, a livello nazionale, regionale, provinciale, dovremo immaginare e quindi guidare la nostra evoluzione.
Serve il congresso politico.
In periodo COVID 19 abbiamo altresì definito le procedure di precauzione per gli operatori e le misure di prevenzione nello studio oggi in uso. Un percorso lungo, sviluppato dopo un estenuante confronto avuto sia con i più illustri studiosi e colleghi del nostro ambito professionale (in un collettivo encomiabile sforzo di reciproca volontà di supporto) che con il Ministero della Salute ed INAIL.
Quanto abbiamo deciso si è dimostrato idoneo a prevenire la trasmissione del COVID 19 nello studio odontoiatrico e alla ripresa piena post lockdown i cittadini italiani sono tornati negli studi senza timore alcuno.
Abbiamo organizzato e gestito gruppi di acquisto per ridurre il costo dei DPI. Abbiamo richiesto al parlamento, riuscendo nel nostro obbiettivo, un maggiore conferimento di risorse per il credito di imposta per DPI.
Ma non siamo ancora soddisfatti.
Lavorare anche in epoca di pandemia con tanti carichi indossati è faticoso, difficile, costoso. Prima di richiedere il downgrading delle misure di precauzione dobbiamo tuttavia conoscere meglio il nostro rischio di infezione rispetto al Coronavirus.
Abbiamo pertanto avviato collaborazioni con le Università di Ancona, di Ferrara e di Milano per lo studio del rischio di trasmissione del Coronavirus nei nostri studi: nel prossimo Consiglio nazionale di dicembre saremo in grado di presentare e commentare i risultati delle ricerche da noi commissionate, e definire insieme i percorsi da seguire nei prossimi mesi. Sicurezza sì, sovrastrutture no.
E correlata a questo argomento è la questione della esecuzione dei tamponi negli studi odontoiatrici: non siamo funzionalmente in grado di gestire i flussi di persone e le procedure che deriverebbero da tale compito. L’accesso nello studio di pubblico, laddove poi effettivamente si rivelasse qualche infetto, potrebbe determinarne per qualche ASL l’intimazione alla temporanea chiusura in caso di positività. Proporre quindi per gli Odontoiatri la possibilità di eseguire tamponi, non mi trova personalmente favorevole, anche se è compito di questa Assemblea decidere in merito.
Nel corso del 2019 le nostre campagne di comunicazione sulla odontoiatria commerciale, l’intesa fra noi e Federconsumatori insieme al decalogo di avvertenze per il cittadino rispetto alla scelta dello studio odontoiatrico reciprocamente condiviso, le nostre posizioni sulla sanità integrativa in odontoiatria e sui comportamenti di alcuni providers di rete, i grandi risultati di contatti per il 39° ed il 40° mese della prevenzione e anche su una nuova materia quale la medicina e l’odontoiatria di genere hanno ricevuto tanta attenzione da parte della stampa e dei media.
Complimenti ai nostri consulenti per la comunicazione: anche in epoca COVID abbiamo avuto tanti riflettori su di noi. Siamo stati ospiti dei maggiori mezzi di informazione, sia a livello nazionale che a livello regionale e provinciale. Di noi Odontoiatri e di ANDI hanno parlato televisioni, giornali, social media.
Alcune delle notizie da noi pubblicate hanno attirato in epoca COVID oltre 100.000 lettori; siamo passati da circa 12.000 a oltre 23.000 followers FB ANDI in pochissimi mesi, tanto da essere oggi considerati un’area di forte interesse anche per le testate giornalistiche di rango nazionale. I dati di visualizzazione in epoca 40° mese della prevenzione ci indicano milioni di contatti.
Siamo oggettivamente cresciuti come autorevolezza quale fonte di riferimento nei confronti dei media: ritengo quanto ottenuto un ottimo risultato, anche se tutta la nostra comunicazione è in dinamica e costante evoluzione.
La gestione di ANDI in periodo di lockdown è stata molto complessa, anche perché le attività di ANDI sono proseguite senza sosta alcuna in termini di gestione ordinaria né è cessato quel percorso di progetto, riforme e definizione di nuova strutturazione di cui siamo convinti ANDI, e anche la nostra professione, abbiano necessità.
Si tratta di argomenti che richiedono tanto lavoro quotidiano e il cui decorso determina quel concetto di “fluidità in attesa di esito” al quale facevo riferimento in apertura di questa mia relazione.
Alcuni fra questi avrebbero rappresentato l’oggetto del congresso politico del 2020, “Obiettivo lavoro”, al momento forzatamente rimandato al 2021:
- il modello della professione del futuro;
- il rapporto con il SSN;
- il patto generazionale, finalmente concreto, immediatamente e oggettivamente perseguibile;
- la questione della sostenibilità della spesa odontoiatrica;
- la odontoiatria gestita in forma societaria STP;
- l’autonomia, la responsabilità ed i ruoli per la professione odontoiatrica negli Ordini e nella Federazione Nazionale Medici Chirurghi e Odontoiatri;
- le riforme fiscali per il nostro settore unitamente allo studio di incentivi economici e fiscali per sostenere il rinnovo dei nostri studi;
- una formazione continua coerente ai bisogni di perfezionamento continuo del professionista, correlati non solamente al progresso tecnico scientifico e normativo del settore ma anche alle richieste di tipologia di cura che pervengono oggi all’Odontoiatra da parte dei cittadini;
- le riforme associative, in particolare quelle dello statuto, del regolamento e del codice etico.
Sappiamo che è necessario lavorare a testa bassa: abbiamo ben chiari i problemi, siamo determinati a trovare e a raggiungere le soluzioni.
In questi mesi abbiamo confermato alcune convinzioni:
- siamo in grado e vogliamo mantenere una forte autonomia di settore;
- sappiamo bene quanto occorre per sostenere il lavoro nei nostri studi;
- siamo noi a dover proporre le soluzioni necessarie per superare i problemi della nostra professione.
Non possiamo attenderci segnali o aiuti esterni, che potrebbero risultare comunque troppo deboli o tardivi. Essere Odontoiatri ci aiuta: da soli, da sempre, dobbiamo trovare le nostre soluzioni ai problemi che incontriamo ogni giorno.
Siamo gli unici a conoscere bene la nostra dimensione, le nostre necessità e le nostre possibilità: se ciò da una parte costituisce un limite, esso rappresenta allo stesso tempo un punto di forza e di certezza rispetto al presente e al futuro.
Dobbiamo essere lucidi e presentarci ovunque in modo sempre autorevole, preparato, disponibile all’ascolto ma contemporaneamente determinato. Lo stiamo facendo e ci è riconosciuto.
ANDI è una sigla nota, credibile, ascoltata, sostenuta da ottima reputazione.
Abbiamo preso in carico una associazione importante, e di nuovo ringrazio chi nel tempo ci ha preceduto: è nostra volontà quella di volere rendere ANDI ancora più utile e funzionale alle esigenze della professione e degli Odontoiatri italiani.
ANDI rappresenta oramai un bene della odontoiatria italiana, non solo dei suoi associati. È una realtà che deve produrre prioritariamente lavoro per tutti gli associati, creando occasioni di crescita per l’intero settore, e contemporaneamente essere sempre più capace di relazioni, progetti, soluzioni ed interventi.
Ma perché ciò accada ANDI deve mirare a dotarsi di una struttura professionale dedicata: ciò comporta una nuova logica per ANDI, le sue società e allo stesso tempo ci obbliga a produrre maggiori risorse economiche.
Si tratta di una riflessione necessaria: strutturare professionalmente ANDI significa renderla più forte, più utile alla professione e al settore intero.
I percorsi che abbiamo individuato per raggiungere questi obbiettivi riguardano in particolare FAS e ORIS BROKER. Da una parte vogliamo giocare un ruolo di primario rilievo nel settore della sanità odontoiatrica assicurata e nella mutualità integrativa; dall’altra diventare autonomi nella gestione del rischio in termini di prodotti assicurativi rivolti agli iscritti, in particolare nel campo di RCP.
I progetti in questi settori sono in corso e ci impegneranno prossimamente tutti in una discussione a 360 gradi, ad ogni livello associativo. Ripeto: serve il congresso politico. Ma in presenza.
Vado a concludere: ANDI è una comunità.
Noi attuali dirigenti, a ogni livello, siamo stati chiamati alla guida dell’associazione dalle migliaia di Odontoiatri liberi professionisti che ogni anno, liberamente, scelgono ANDI come loro punto di riferimento: a noi sta il compito di far sì che questa comunità sia soddisfatta, responsabile, efficiente, coesa.
La guida della nostra azione deve essere il bene collettivo: per riuscirci la prima regola è il rispetto.
Della nostra istituzione associativa e dei ruoli e delle funzioni che essa comprende; della politica associativa nazionale; delle regole che ci siamo imposti e che tutti noi dobbiamo seguire.
Noi abbiamo bisogno di dirigenti che lavorino ogni giorno avendo ben presente che lo scopo di ognuno di noi è quello di trovare le migliori soluzioni per la collettività che rappresentiamo.
Non c’è spazio per percorsi individuali e autonomisti: in modo chiaro voglio ricordare a tutti che ANDI rappresenta per Statuto un’idea specifica di professione odontoiatrica, assume e segue una politica nazionale, non è federalista.
Come Presidente Nazionale ho l’obbligo di gestione della Associazione, quello di esigere il rispetto dello Statuto, del regolamento e del codice etico, nonché quello presiedere ed indirizzare le attività dell’Esecutivo nazionale.
Continuerò a prestare massima attenzione ai consigli, alle considerazioni e anche alle critiche che ci consentiranno di fare meglio. Ringrazierò tutti quelli fra noi che ci consiglieranno attività ed interventi che abbiano tuttavia come esclusivo fine quello del bene operare a favore delle decine di migliaia di colleghi che guardano ad ANDI con fiducia e speranza.
Ho ben presente la collettività che crede in ANDI, la sostiene ed il rispetto che essa merita. Altrettanto mi sono chiari gli obbiettivi da conseguire e la scala delle loro priorità. La nostra missione è quella di essere utili alla professione.
Ci rivedremo presto in Consiglio nazionale: un appuntamento che vorrei programmare per due giorni di confronto e dibattito, avrei sperato in presenza.
I temi da affrontare sono importanti ed è necessaria la più ampia partecipazione associativa.
La mia sensazione di costante fluida attesa che ha contraddistinto parte di questi ultimi mesi si sta modificando in chiara percezione di avvicinamento agli obbiettivi.
Possiamo scrivere nuove pagine di storia per la nostra professione: vogliamo farlo, dobbiamo riuscirci. Concentriamoci su di essi e lavoriamo tutti, INSIEME, per centrarli.
Sarà il successo di tutti, sarà il successo della odontoiatria italiana.
Carlo Ghirlanda
Presidente nazionale ANDI