Callioni, anche come membro del Consiglio Superiore della Sanità , ricorda la stretta collaborazione con gli inquirenti e sottolinea come i risultati ottenuti siano stati possibili anche grazie alla collaborazione delle sedi provinciali dell’ANDI: “Purtroppo questa brillante attività investigativa rischia di essere vanificata dalle pene previste per chi commette questo reato. Pene irrisorie, che spesso si traducono in una ridicola ammenda. Esercitare abusivamente la professione di dentista, oltre che essere un reato ed una truffa, comporta per i cittadini gravi rischi per la salute; a cominciare da possibili infezioni crociate. Ricordiamo che l’abusivo è un soggetto che non solo non ha nè titoli nè preparazione per esercitare la professione di dentista ma non deve sottostare a nessuna norma igienico-sanitaria per l’esercizio della professione. Da tempo l’ANDI chiede alle forze politiche di inasprire le pene per chi esercita abusivamente la professione di odontoiatra, prevedendo anche la confisca delle attrezzature, per evitare che venga perpetrato il reato, e l’arresto di chi lo commette.” Il presidente nazionale chiede con forza che le Cao provinciali sanzionino in modo esemplare gli odontoiatri che si prestano a coprire nella funzione di prestanome chi esercita abusivamente la professione arrivando anche, qualora si dimostrino recidivi, alla loro radiazione dall’Albo. Callioni invita altresì ai cittadini di verificare che il dentista da cui si rivolgono sia laureato ed abilitato all’esercizio della professione, segnalando alle autorità i casi sospetti. Proprio per aiutare i cittadini a distinguere i dentisti “veri” e per rendere ancor più trasparente il rapporto dentista-paziente, nel mese di ottobre a tutti i 23mila dentisti iscritti all’ANDI è stato inviato un badge di riconoscimento da apporre sul camice che permetterà al paziente di identificare chi gli lo sta curando.
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