Sin dalla sua prima edizione, il Meeting plenario del Consiglio Europeo dei Dentisti (CED) si è costituito come un momento centrale per l’Odontoiatria europea. La possibilità offerta alle associazioni dei paesi membri (33 a oggi), ed a osservatori comunitari e internazionali, di riunirsi in presenza, con cadenza semestrale, ha costituito un terreno fertile per discutere e promuovere alti standard qualitativi per l’Odontoiatria. Purtroppo, la pandemia ha portato all’annullamento del General Meeting programmato per lo scorso maggio a Dubrovnik, in associazione con l’Ordine degli Odontoiatri Croati e l’emergenza sanitaria del recente autunno, con la conseguente limitazione degli spostamenti, aveva fatto temere di dover rinunciare anche all’evento di novembre, tenuto tradizionalmente presso la sede centrale del CED, a Bruxelles.
Questo non è successo per la precisa volontà di non posticipare ulteriormente il consesso comunitario, manifestata con forza, tanto da parte del Consiglio, quanto da tutte le singole associazioni dei paesi membri, definendo l’organizzazione, lo scorso 20 novembre, di un congresso in formato virtuale. Nonostante la contrazione dei tempi, necessaria vista la diversa natura del mezzo, il CED è riuscito a garantire il corretto svolgimento delle procedure di discussione e di voto. Grazie alla solerzia del direttivo CED, presieduto da Marco Landi, membro della Commissione Esteri ANDI, anche quest’anno il General Meeting è riuscito a radunare la rappresentanza plenaria di tutte le associazioni aderenti al Consiglio.
L’agenda del meeting è risultata fitta di impegni, con presentazioni, dibattiti e operazioni di voto che si sono susseguite secondo i tempi prestabiliti. Oltre alle necessarie operazioni amministrative, quali l’approvazione del bilancio, l’attività dei gruppi di lavoro – organi operativi del CED costituiti attorno a un nucleo tematico specifico – ha occupato buona parte del consesso. Le posizioni ufficiali, relative alla comprovata sicurezza degli ambienti clinici e alla necessità di una continuazione delle cure odontoiatriche nonostante le misure di lockdown, hanno incontrato il favore della totalità dei convenuti. Parimenti, l’assemblea ha appoggiato la necessità di una uniformazione dei percorsi educativi per i giovani dentisti a livello europeo; un processo che il COVID-19 richiede non di sospendere, ma di incentivare. Di grande interesse le iniziative relative alla discussione del fenomeno del turismo odontoiatrico in relazione alla mobilità di pazienti e professionisti, all’obbligatorietà dei passaporti implantari, alla limitazione e regolamentazione dell’utilizzo di intelligenza artificiale all’interno della professione, che sono state presentate, discusse e avallate dal voto di maggioranza.
Merita una menzione a parte l’iniziativa che ha visto protagonista la British Dental Association. L’associazione inglese, a rischio di uscita dalla sfera di competenza europea in caso di una scissione netta della Gran Bretagna dall’Unione, ha voluto sottolineare la sua volontà di rimanere nel CED.
In una lettera a firma del Professor Eddie Crouch, Presidente BDA, si è voluto riportare l’adesione totale da parte dell’associazione britannica ai valori e gli obiettivi incarnati dal CED; una odontoiatria all’avanguardia, fondata su solide basi scientifiche e saldi principi deontologici, capace di raggiungere tutti i pazienti, senza discriminazioni. “La nostra speranza è di continuare ad affrontare i problemi dell’Odontoiatria uniti, e presentarci in Europa come un’unica voce. Speriamo che la nostra partecipazione cinquantennale ai lavori del CED, oltre ai numerosi legami di stima e amicizia che siamo riusciti a costruire in questi anni, siano prova sufficiente di questa nostra volontà.” L’assemblea ha appoggiato questa richiesta a larghissima maggioranza, confermando BDA come membro CED anche nell’occorrenza di una hard Brexit.
“Non potevamo immaginare di rimandare nuovamente questo evento fondamentale,” ha commentato Ferruccio Berto, Vicepresidente Nazionale e Responsabile della Commissione Esteri ANDI. “Abbiamo manifestato fin da subito un vivo interesse affinché il General Meeting non si rimandasse ulteriormente, e plaudiamo ora alla sua ottima realizzazione. L’Odontoiatria del futuro non può immaginarsi senza una visione in grado di valicare i confini nazionali, per farsi più efficace, aggiornata e inclusiva grazie al confronto e al dialogo con altri sistemi. Un ringraziamento va quindi a tutti coloro che hanno lavorato perché questa giornata di confronto fosse possibile. Attendiamo ora con fiducia il nuovo meeting plenario di Maggio; da sostenersi, se la pandemia lo consentirà, incontrandoci finalmente di persona.”