La battaglia sulla regolarizzazione della pubblicità in Sanità, vinta grazie all’emendamento sostenuto dall’On. Boldi e introdotto in legge di bilancio 2019 divenendo legge di Stato, ha segnato un risultato epocale: ma la soglia di attenzione deve rimanere estrema in quanto la guerra ai messaggi suggestionali, o peggio ingannevoli, non è ancora conclusa.
La norma sancisce due importanti “poteri”: uno disciplinare, attribuito agli Ordini provinciali dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, e uno all’Autorità Garante per la Comunicazione che, su denuncia, ha potere sanzionatorio.
È tuttavia estremamente importante in questa fase individuare delle linee guida da tutti poi comunemente applicate al fine di definire medesimi criteri di valutazione e comportamento , contemporaneamente ben delineando una netta linea di demarcazione tra la pubblicità commerciale e quella della informazione in Sanità, i cui criteri devono necessariamente essere diversi.
Con ogni probabilità non si è ancora metabolizzata a pieno la portata di questa norma, non soltanto per i dentisti, ma per tutto il comparto sanitario, la cui comunicazione con il cittadino stava pericolosamente assumendo una deriva commerciale equiparando la salute di tutti a un prodotto di consumo.
Guardia alta, dunque, ma molto dialogo, al fine di evitare anche il più piccolo inciampo sulla strada verso una sanità rispettosa delle regole e del diritto all’informazione per i cittadini.