In ottobre torna, con la trentunesima edizione, il Mese della Prevenzione Dentale, appuntamento fisso delle famiglie italiane con il dentista, promosso da ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) – la maggiore e più autorevole associazione di odontoiatri italiani con oltre 23 mila soci – in collaborazione con Mentadent. Durante tutto il mese sarà possibile effettuare una visita di controllo gratuita presso uno dei 14.000 dentisti ANDI che hanno aderito all’iniziativa: basta chiamare il numero verde 800800121, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18, per conoscere nome e indirizzo dello studio e scegliere giorno e ora. L’elenco dei dentisti aderenti è disponibile anche sul sito www.obiettivosorriso.it.
“Realizzato ogni anno grazie alla disponibilità dei dentisti ANDI e alla collaborazione di Mentadent – dice il presidente ANDI, dottor Gianfranco Prada – il Mese della Prevenzione Dentale è di fatto il primo programma di prevenzione odontoiatrica, attivo ininterrottamente da oltre 31 anni, sull’intero territorio nazionale, che permette a tutti i cittadini di effettuare gratuitamente una visita di controllo annuale. Oggi si parla tanto di crisi economica e della difficoltà per i pazienti di accedere alle prestazioni odontoiatriche anche per le carenze dell’odontoiatria pubblica. Attraverso il Mese della Prevenzione Dentale i cittadini possono controllare gratuitamente la propria salute orale prevenendo sul nascere i problemi che poi, se trascurati, costringono ad importante interventi clinici”.
Nel 1981, in occasione della prima edizione del Mese della Prevenzione Dentale, la condizione di salute orale in Italia era largamente insufficiente già nei bambini, come risulta dal Dmft (Decayed Missing Filled Teeth) — indice della presenza attuale e passata della carie calcolato in base ai denti cariati, con otturazione o persi per carie – dei ragazzi di 12 anni, in cui la dentatura permanente è interamente comparsa.
In una Regione tra le più ricche come la Lombardia il Dmft arrivava a 6,9, il che significa in media quasi 7 denti attaccati dalla carie (e in qualche caso persi per lo stesso motivo) già nella preadolescenza, che causavano anche una elevata assenza scolastica.
Per quanto riguarda invece gli adulti, la media nei Paesi occidentali (Ocse) nel 1980 era di Dmft 4,7 e l’Italia registrava valori sopra la media. Oggi, invece, assistiamo a questa situazione: a 12 anni il Dmft è 1, in linea con gli obiettivi dell’Oms.
Nonostante ciò, la situazione italiana necessita di sforzi continui per non perdere i risultati ottenuti. La carie, nel nostro Paese, interessa infatti individui di ogni età e la sua prevalenza, nella dentatura decidua e permanente, aumenta di pari passo con l’avanzare degli anni. Nei giovani si manifesta più di qualsiasi altra malattia infettiva cronica. In particolare, dal punto di vista epidemiologico, in Italia a 4 anni di età la carie è confinata nel 21,6% degli individui, mentre a 12 anni ne è affetto circa il 43,1% degli individui. Il quadro epidemiologico evidenzia un Nord più sano, seguito dal Centro.
Conferma che la carie nei Paesi a più elevato reddito, come l’Italia, si concentra soprattutto nelle fasce “deboli” della popolazione, specialmente quelle in condizioni di vulnerabilità economica e sociale. In Italia quasi il 60% degli individui di età compresa tra i 13 e i 18 anni ha già avuto almeno una lesione cariosa. Negli individui di età compresa tra i 19 e i 25 anni c’è una prevalenza di patologia di quasi il 90%. La tendenza positiva che si verifica da tre decenni, insomma, va “alimentata” perché non si arresti o addirittura inverta (come accaduto in altri Paesi industrializzati), in ragione della variazione di uno dei tre fattori che ne determinano la comparsa, individuati già nel 1962 da Keyes:
- presenza nel cavo orale di flora batterica cariogena;
- dieta ricca di carboidrati fermentabili;
- ridotte difese dell’ospite.
Quest’ultimo fattore è molto legato all’igiene dentale quotidiana. E i dati sul comportamento di consumo degli italiani rivelano che a una grande disponibilità di strumenti efficaci non corrispondono un adeguato utilizzo e un ricambio degli stessi. Alcuni dati esplicitano in maniera preoccupante questa contraddizione:
- 1,3 volte al giorno è, in media, la frequenza con cui ci si lava i denti, di contro alle almeno 2 volte raccomandate dal Ministero della Salute e dai dentisti;
- 1,2 volte all’anno è la frequenza di cambio dello spazzolino, di contro al suggerimento di cambiarlo ogni 2 mesi del ministero della Salute e dei dentisti;
- 7 anni è l’età in cui si comincia a lavarsi i denti, di contro alla media europea di 4 anni.
Visite di controllo almeno una volta all’anno dal proprio dentista consentono di intercettare i sintomi in modo da intervenire con cure minime. Il trascurare una carie o una gengiva infiammata porta invece a peggiorare la situazione e rendere necessario nel tempo interventi più importanti e quindi costosi. Molti dati indicano come ancora oggi una buona parte di cittadini italiani non si rechi dal dentista almeno una volta l’anno.
Secondo l’Ocse, l’Italia è agli ultimi posti per numero di visite annuali odontoiatriche, considerando che il numero medio di visite pro capite nel nostro Paese è di 0,9, mentre la media dei Paesi Ocse è di 1,3 (in Francia la media è di 1,7 volte, in Spagna 1,5, in Germania 1,4).
La ricerca del 2010 di Osservasalute ha evidenziato che il 9,7% degli intervistati ha dichiarato di non essersi recato dal dentista nell’ultimo anno, pur avendone necessità. In tempi di crisi, secondo i dati rilevati dal Centro Studi ANDI, gli italiani rinunciano ad andare dal dentista per le visite di controllo, per sedute di igiene orale, oltre che per le prestazioni protesiche ed implantari. E i recenti dati, che hanno stimato in 2,5 milioni le visite in meno negli studi dentistici italiani, confermano che esiste un rischio concreto di vedere nei prossimi anni peggiorare notevolmente la salute orale degli italiani. Il Mese della Prevenzione Dentale permette quindi di effettuare quella visita di controllo annuale indispensabile per mantenere sano il proprio sorriso.