In tema di prevenzione il commento del Dott. Massimo Mariani, Presidente di ANDI Como – Lecco, che conferma come i pazienti già fidelizzati rispettino costantemente i richiami e come sia necessario far arrivare le informazioni giuste a chi usufruisce dei social.
“Attualmente riscontriamo una leggera flessione nelle cure odontoiatriche, dovuta ai maggiori problemi economici derivanti dalla pandemia. Oltre a questo, si è creata anche una situazione di incertezza psicologica, che ha frenato alcune persone nel portare avanti i piani terapeutici. Rispetto alla media nazionale, le ricadute economiche sul nostro territorio sono sicuramente minori poiché nella nostra provincia il reddito pro-capite è piuttosto alto e molte persone lavorano in Svizzera, con stipendi molto più alti della media italiana.
Rispetto alla mia esperienza professionale, osservo che i pazienti fidelizzati generalmente procedono tutti con i richiami e ciò è avvenuto anche nel periodo della pandemia, in quanto percepiscono lo studio come un luogo estremamente sicuro. Rispetto al Mese della Prevenzione, però, il riscontro sul territorio da parte delle persone è minimo. Chi è sensibile all’igiene porta sempre avanti le cure, a prescindere da questa iniziativa, mentre chi è meno attento prosegue nel tempo con poco interesse. Bisognerebbe, dunque, sensibilizzare maggiormente le persone sull’importanza di una corretta igiene orale.
C’è ancora oggi una percentuale della popolazione che per pigrizia o trascuratezza non considera necessaria l’igiene quotidiana. Rispetto a quando ho iniziato a lavorare, posso dire che oggi le persone poco sensibili alla prevenzione sono poche e nei giovani l’attenzione è ormai abbastanza diffusa, anche perché sono stati seguiti fin da piccoli dai colleghi.
La fascia più problematica è quella di mezza età, che pratica un mantenimento occasionale delle cure odontoiatriche, non dando la giusta importanza alla bocca, ma non per questioni economiche o sociali, in quanto l’unica motivazione è ancora oggi culturale.
Personalmente, sono poco avvezzo ai social. Credo che colleghi più giovani di me siano sicuramente più vicini a questo tipo di comunicazione. Le nuove generazioni usano molto questo strumento e, da quanto vediamo, si muovono agilmente tra le diverse piattaforme. Ritengo che il problema sia l’eccesso di informazioni non filtrabili, su cui molte persone non hanno capacità critica e veicolare l’informazione sui social in modo professionale può servire per contrastare le fake news. Siamo davanti ad un cambiamento sociale molto importante, che porta ogni giorno un’indigestione d’informazioni e, a mio avviso, la sfida è far arrivare le informazioni corrette a chi usufruisce dei social e per questo le iniziative come quella di ANDI, con Facebook Professional posso essere utili”.