Uno su tre: dei 6.369 nuovi Odontoiatri che si sono iscritti agli Albi tra il 2016 e il 2020, il 33% si sono laureati all’estero. Tanto che la Commissione Albo Odontoiatri nazionale ha lanciato una proposta: contemplare, nella programmazione, anche i dentisti laureati all’estero. Come? Sottraendo dal fabbisogno a sei anni la media dei laureati all’estero nell’ultimo lustro.
A ricordarlo, questa mattina, il Presidente della Commissione Albo Odontoiatri nazionale, aprendo, con la sua relazione, l’Assemblea nazionale dei 106 Presidenti CAO in corso a Treviso.
Un fenomeno, quello delle lauree all’estero, relativamente recente, ma che è diventato ormai una costante: i nuovi iscritti con laurea estera sono stati quasi uno su quattro nel 2020, con un lieve calo dovuto al blocco degli spostamenti per la pandemia di Covid. Erano il 28,5% nel 2019, il 36,5% nel 2018, il 43% nel 2017, e il 40% nel 2016 (elaborazione su dati del Ced della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri.
I laureati all’estero sono il frutto della ‘migrazione’ di studenti che decidono, per vari motivi, di frequentare all’estero la facoltà di Odontoiatria – ha spiegato Raffaele Iandolo –. Un contingente non trascurabile di nuovi odontoiatri che sfugge alla programmazione italiana dei fabbisogni, più attenta forse a ‘saturare’ l’offerta formativa, in continua espansione, che a formare professionisti in quantità adeguata per rispondere alle necessità dei cittadini: sono stati lo scorso anno 37 i corsi di laurea in Odontoiatria, pubblici e privati, attivati in Italia. È uno spreco intollerabile e inutile di risorse. Non possiamo trasformare l’Università in una fabbrica di sottoccupati, se non di inoccupati. Il numero di accessi è calcolato in base al fabbisogno previsto a sei anni dall’immatricolazione. Tale fabbisogno deve tener conto anche della pletora di Odontoiatri che, tra sei anni, conseguiranno la laurea all’estero, ma torneranno a iscriversi in Italia, con difficoltà per tutti i nuovi colleghi a trovare un impiego adeguato.
E non è questo l’unico intervento della CAO sul fronte della Formazione e, nello specifico, della definizione del fabbisogno territoriale di Odontoiatri, la cui valutazione a livello nazionale è sempre stata complessa per la difficoltà delle Regioni di elaborare un dato reale.
Abbiamo nominato referenti regionali – ha aggiunto Iandolo – in modo da precisare quale sia l’effettiva necessità di introdurre nuovi odontoiatri. Una novità straordinaria per determinare il fabbisogno reale a livello nazionale.
La relazione di Iandolo si era aperta, questa mattina, nel ricordo di Saverio Orazio, il Componente della CAO Nazionale e del Comitato Centrale FNOMCeO originario proprio della provincia di Treviso e scomparso nel 2010, cui la tre giorni è dedicata. Ieri si è svolta infatti una riunione della CAO Nazionale, domani i lavori si concluderanno con il Convegno “Memorial Saverio Orazio”.