Il 15 e 16 settembre p.v. ci vedrà impegnati a Napoli al Congresso Nazionale ANDI con i Giovani. Sappiamo bene che la nostra Associazione stia investendo e con convinzione nel mettere al centro dell’attenzione i giovani Odontoiatri.
Ed è certamente un bene assoluto che ANDI ritenga ciò esigenza prioritaria ma, non dimentichiamo in premessa: determinate politiche hanno bisogno di tempo e persino della ricerca di un linguaggio comunicativo diverso e di strategie organizzative in discontinuità col passato. Un linguaggio attento ad una realtà in continua evoluzione, che sia capace di attrarre e persino di stimolare quel senso di appartenenza necessario. Che possa non solo consentire l’auspicare ma anche l’ambire concretamente al conseguimento di obiettivi e di quella progettualità che riveli una corresponsabilizzazione delle nuove generazioni. Teniamo bene a mente inoltre che oggi, in vari ambiti della società e del mondo del lavoro, le nuove generazioni risultano irrimediabilmente indebolite nella loro tradizionale carica di soggetti portatori di cambiamento e di crescita.
Pertanto, più elevate saranno le risorse culturali e il capitale valoriale che sapremo trasferire, più ciò potrà contribuire nel far prevalere in loro la componente delle scelte consapevoli e quella presa d’atto di una inderogabile responsabilità da rivolgere ad una partecipazione più attiva alla vita associativa. Viceversa più basse saranno le conoscenze e dunque gli strumenti di cui saranno dotati, più inevitabilmente ci si sposterà, e sempre più rapidamente, verso il rischio di un baratro professionale.
Oggi i giovani dovrebbero maggiormente combinare alle alte aspettative personali anche una propensione naturale a offrire un loro contributo per la crescita della professione. Dico, dunque, alla mia generazione di 40-50enni e ancor più che a qualsiasi altra generazione fra i dirigenti ANDI: “ cerchiamo di essere l’anello di congiunzione, il mezzo attraverso il quale generazioni distanti, gli under 35 e gli over 60, generazioni portatrici di ideali, di valori e di progetti di vita profondamente diversi, possano trovare terreno fertile per un dialogo aperto. Un confronto che parta dalla consapevolezza reciproca di essere “contemporanei”, portatori di un dialogo costruttivo fondato su una strategia comune, che miri al raggiungimento di un futuro condiviso da tutti.
Ma teniamo bene a mente anche un altro elemento, altrettanto importante : il processo di invecchiamento quantitativo e qualitativo della popolazione italiana avrà certamente incidenza e una profonda ricaduta anche sulla nostra professione. E questo non solo sulle modalità di esercizio professionale o sugli aspetti puramente previdenziali ma soprattutto su quella ricerca , che sappiamo essere in corso, di un modello professionale che più e meglio potrebbe rendere possibile un passaggio generazionale ampiamente vantaggioso e da tutte le generazioni sostenibile.
Oggi siamo in un momento di piena crisi demografica per il nostro paese e allora dobbiamo chiederci se l’equilibrio tra generazioni sia realmente ancora possibile nella nostra professione. Sappiamo che il mondo del lavoro contemporaneo è un ambiente molto complesso e per ciò si richiama la necessità di aprire un dialogo efficace tra giovani odontoiatri e colleghi di lungo corso, perché da esso deriva il destino della nostra professione. Quella intesa indispensabile a dare potenza a quegli impulsi atti a favorire le trasformazioni necessarie. Quelle trasformazioni che solo insieme riusciremo ad orientare rivolgendole all’innovazione più nobile, ovvero , quella ispirata e guidata esclusivamente dall’etica professionale. Questo è un aspetto decisivo per affrontare le sfide del presente ma soprattutto quelle del futuro.
Perché il futuro certamente “ non invecchia” , ma tuttavia trova da sempre la sua condizione fondamentale di esistenza proprio nell’ alleanza tra generazioni. E allora…buon Congresso a tutti noi!